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Inps: no alle domande per Ape sociale e anticipo lavoro precoce

Reddito inclusione sociale

L'Inps ha detto no a ben sette domande su dieci per quanto riguarda l'Ape sociale e l'anticipo pensionistico per il lavoro precoce.

L’Inps ha detto no a ben sette domande su dieci per quanto riguarda l’Ape sociale e l’anticipo pensionistico per il lavoro precoce. A riportare questa notizia in una audizione alla Camera è stata Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Istituto di previdenza. La Di Michele ha inoltre precisato che per gli anticipi dovuti a lavoro precoce, il no riguarda il 70% delle richieste con il patrocinio dai patronati e il 64% delle altre.

Il rifiuto dell’Inps

Secondo quanto riferito in una audizione alla Camera da Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps, l’Ente previdenziale ha detto no a ben sette domande su dieci per quanto riguarda l’Ape Sociale e l’anticipo pensionistico per il lavoro precoce.

Il direttore generale dell’Istituto di previdenza ha inoltre precisato che per gli anticipi dovuti a lavoro precoce il no riguarda il 70% delle richieste con il patrocinio dai patronati e il 64% delle altre. Inoltre, da registrare anche il no al 65% delle domande di Ape sociale patrocinate e al 56% delle altre.

I dati

Entrando maggiormente nel dettaglio, per l’Ape sociale sono arrivate 39.721 domande. Di queste richieste ne sono state accolte 13.601. Altre 25.895 sono state respinte, 425 risultano ancora in istruttoria.

Per i lavoratori precoci, invece, le richieste sono state 26.251. Di queste domande 7.356 sono state quelle accolte, 18.411 quelle respinte, 484 ancora in istruttoria. Sono questi i dati che sono stati forniti, come detto in precedenza, da Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps, nel corso di una audizione alla commissione Lavoro della Camera.

L’Inps ha completato il monitoraggio delle richieste che doveva essere effettuato entro il 15 ottobre, come previsto dalla normativa. Entro tale data l’Istituto Previdenziale ha comunicato ai richiedenti l’eventuale certificazione del diritto all’anticipo previdenziale.

Però, come è emerso negli ultimi giorni, in questa prima fase sono stati adottati dei determinati criteri particolarmente severi per quanto riguarda la valutazione dei requisiti richiesti ai potenziali pensionato. E’ stato questo il motivo che ha determinato l’elevata percentuale di domande che sono state respinte.

La nota del Ministero

L’Inps ha già comunicato che per rimediare il Ministero del Lavoro ha fornito dei nuovi indirizzi interpretativi per ciò che riguarda le istruttorie legate all’accesso ai benefici da parte dei richiedenti che si trovano in stato di disoccupazione (a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione) e da parte dei lavoratori dipendenti addetti ai lavori particolarmente difficoltosi e rischiosi.

Il Ministero, inoltre, nella stessa nota, facendo riferimento a quei lavoratori dipendenti che svolgono attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento, ha dichiarato l’intenzione di un adeguamento del protocollo.

A questo punto, alla luce dei nuovi indirizzi interpretativi, l’Inps procederà al riesame delle istruttorie relative a tali categorie di lavoratori. In ogni caso il direttore generale dell’Istituto Previdenziale, ha ribadito che il numero di richieste che verranno accolte sarà comunque esiguo rispetto al budget previsto per il 2017 a copertura dei due strumenti di flessibilità pensionistica. In altre parole, Ape sociale e agevolazioni per i precoci rischiano di essere degli strumenti sottoutilizzati.