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L'economia irlandese ringrazia la serie tv Game of Thrones

L'economia irlandese ringrazia la serie tv Game of Thrones

La celebre serie tv "Game of Thrones" sembra aver dato molti benefici, in termini economici, alle località irlandesi dove si sono svolte le riprese. Mentre la saga di Game of Thrones sembra nutrirsi di guerre, sangue e disperazione, le riprese della serie HBO, invece, hanno apportato molti benefic...

La celebre serie tv “Game of Thrones” sembra aver dato molti benefici, in termini economici, alle località irlandesi dove si sono svolte le riprese.

Mentre la saga di Game of Thrones sembra nutrirsi di guerre, sangue e disperazione, le riprese della serie HBO, invece, hanno apportato molti benefici economici alle località scelte per rappresentare il mondo immaginario di Westeros. Si tratta dell’Irlanda del Nord, in particolare, la Forthill Farm, collocata nella contea di Armagh. È lei a ringraziare “Game of Thrones”. La fattoria, infatti, avrebbe portato all’interno dello show buona parte del bestiame utilizzato nelle scene.

Il fattore Kenny Gracey ha dichiarato che ognuno degli animali sullo sfondo, come galline, capre, oche, cervi o cani è stato fornito da lui stesso. William Mulhall, invece, ha contribuito a “Game of Thrones” grazie a Odin e Thor, i due cani Inuit che hanno interpretato rispettivamente Summer e Grey Wind nelle prime stagioni. William racconta che aveva ricevuto una telefonata dall’allevatrice che un tempo li possedeva, la quale lo informò che una serie tv desiderava usarli. “Le chiesi subito di cosa trattasse – ha aggiunto Mulhall – ma lei mi rispose che non ne aveva idea. Anzi, mi disse soltanto che c’erano di mezzo spade e scudi. E io le risposi che, ovviamente, ci sarei stato”. Il fattore riportò i cani a casa della donna e lì incontrò gli addestratori di “Game of Thrones”. Ad oggi, i fan continuano a far visita a Odin e Thor contribuendo, ovviamente, ai guadagni di Mulhall.

Ma non è tutto. Anche gli animali morti sembrano guadagnarsi una seconda vita grazie alla serie tv. Il tassidermista Ingrid Houwers si avvale, infatti, degli animali deceduti per creare fabbisogni di scena e costumi. “È come dar loro una seconda vita. Molto meglio che chiuderli in un museo dove, benché ammirati, non potrebbero di certo avere la vita di una star.