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Libia: ultime news sul raid di Derna del 30 ottobre

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Ci sono novità sul tremendo atto punitivo che ha avuto luogo lo scorso 30 ottobre in Libia ai danni della popolazione civile della cittadina di Derna. La colpevolezza del crimine che ha causato la morte di oltre 15 civili - tra cui donne e bambini - è da imputare all'Egitto, ora tacciato da ONU e ...

Ci sono novità sul tremendo atto punitivo che ha avuto luogo lo scorso 30 ottobre in Libia ai danni della popolazione civile della cittadina di Derna. La colpevolezza del crimine che ha causato la morte di oltre 15 civili – tra cui donne e bambini – è da imputare all’Egitto, ora tacciato da ONU e Unsmil di crimine di guerra contro l’umanità.

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Derna: Il bersaglio e l’artefice

Derna, in passato capitale della Cirenaica, è ancora oggi una cittadina portuale del nord-est della Libia – 900lm a est di Tripoli – che dà il nome all’area geografica di 80.000 abitanti di cui è capoluogo. Dallo scoppio della guerra civile libica, Derna è diventata roccaforte jihadista e, di conseguenza, ennesimo terreno di combattimento dello scontro intestino tra l’esercito di Haftar e il governo nazionale di Tripoli. É ormai da molti mesi che Haftar e i suoi assediano la città con continui attacchi e violenze per sottrarre Derna al “Consigio rivoluzionario della Shura di Derna“, un’alleanza militare di matrice jihadista affiliata ad al Qaida.

Eppure questa volta “gli attacchi aerei compiuti in un quartiere residenziale di Derna nella notte del 30 ottobre” provengono dall’esterno: il raid punitivo sembra essere stato opera dell’aviazione egiziana, venuta a conoscenza di un presunto futuro attacco che le forze libiche avrebbero tramato contro l’Egitto. L’annuncio è stato ufficialmente dato dal quotidiano egiziano Mada Masr, partendo dalla confessione di una fonte governativa informata dei fatti.

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Le vittime

Purtroppo, in uno scenario di guerra, assedi, attacchi e bombardamenti sono talmente tanto all’ordine del giorno da non suscitare nemmeno più l’interesse o l’indignazione che meriterebbero. Il raid a Derna, invece, rappresenta uno di quei rari casi, asestanti e scioccanti, in cui le coscienze degli abitanti di tutti il mondo vengono scosse dalla straziante notizia dell’uccisione disumana e ingiusta di civili indifesi.

Attualmente, il bilancio delle vittime ammonta a 15 morti – di cui 8 sicuramente bambini, ma anche donne e madri. Secondo informazioni fornite da una fonte dell’ospedale Harish – dove alcuni feriti sono ancora ricoverati in condizioni critiche – è probabile che la maggior parte dei defunti appartenessero persino alla stessa famiglia.

I risvolti

Diverse sono le autorità politiche e governative, locali e internazionali, che sono intervenute esprimendo tutto il loro dissenso riguardo al fatto accaduto e richiedendo l’immediato intervento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Il Consiglio locale di Derna ha esternato la sua indignazione parlando di “un’aggressione barbara” subita da parte delle milizie egiziane e ha voluto chiudersi nel dolore dichiarando tre giorni di lutto cittadino.

Anche il governo di accordo nazionale di Tripodi ha preso le parti della città e della popolazione offesa. Con un comunicato ufficiale diffuso sui propri portali e siti internet ha denunciato aspramente l’accaduto che ha le piene fattezze del “crimine di guerra”. Due sono gli interventi immediati che il governo di Tripodi si attende: in primis, un’indagine approfondita e dettagliata da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU; in secondo luogo, la revoca del divieto di accesso in territorio libico degli aiuti umanitari, che qualche mese fa Haftar aveva imposto.

Ovviamente, La presa di posizione dell’UNSMIL è netta: come si legge dall’ANSA, la Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia ribadisce, infatti, che “attacchi diretti e indiscriminati contro civili sono proibiti dalla legge umantaria internazionale”.

L’unica reazione fuori dal coro è quella di Haftar, che durante il triste episodio di trovava proprio in territorio egiziano. Dal Cairo, il generale fa sapere tramite un suo portavoce che, secondo lui deve essersi trattato niente di meno che di attentato terroristico, sgravando così le responsabilità del governo egizio e lui vicino.

Resta ancora molta chiarezza da fare a proposito dell’accaduto: nel frattempo sono cominciate le proteste della popolazione libica, che prova a far sentire la sua voce cercando di difendere quel poco di umanità che le resta.