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Minaccia Isis, comandante Usa: 'Al-Baghdadi probabilmente è ancora vivo'

al-Baghdadi

La morte del leader dell'Isis al-Baghdadi è ormai un enigma. Nonostante l'annuncio ufficiale, non ci sono prove del decesso. E secondo un generale Usa, è ancora vivo e pericoloso.

Ancora dubbi sulla morte del califfo

Forse è morto, forse è ancora vivo. Continuano ad esserci dubbi sulla morte del califfo Abu Bakr al-Baghdadi (46 anni). Il leader dell’Isis sarebbe rimasto ucciso alcuni mesi fa, ma una prova definitiva non c’è mai stata. Il terrorista più ricercato del pianeta, con una taglia di milioni di dollari sulla testa, è stato dato in più occasioni in passato per defunto o ferito. Al-Baghdadi è morto nel luglio 2014, nel settembre 2014, nel novembre 2014, nell’aprile 2015, nell’ottobre 2015 e nel giugno 2016, e molte altre volte. Tutte informazioni che sono state poi puntualmente smentite.

Per il generale Usa al-Baghdadi è ancora in vita

È probabile che Abu Bakr al-Baghdadi sia ancora in vita. Lo ha detto il generale statunitense Stephen Townsend, che comanda le forze della coalizione impegnate nella lotta contro Daesh in Iraq e in Siria. “Credo che sia vivo? Sì”, ha detto Townsend all’agenzia AP. Il generale ha quindi sottolineato che vi sono “alcuni indicatori nei canali di intelligence” che confermerebbero la teoria. Townsend non ha però fornito ulteriori dettagli sulla natura delle informazioni di intelligence.

al-Baghdadi

Mancanza di prove concrete

È di circa un mese fa l’annuncio della Russia, “Forse l’abbiamo ucciso”. Il Pentagono Usa aveva dubbi, ma a dissiparli è arrivata la conferma dell’Isis, che ha anche nominato il suo successore.

Secondo gli esperti, l’annuncio presenta però non poche incongruenze. Un evento di tale portata, infatti, sarebbe dovuto essere comunicato attraverso il media center ufficiale del Califfato, Al Furqan, o almeno dall’agenzia Amaq. Mancano inoltre informazioni sul luogo dell’uccisione di al-Baghdadi e prove fotografiche. Alcuni analisti ipotizzano che, con la caduta di Mosul e la decimazione della leadership dell’Isis, si sia aperta una lotta intestina per guidare ciò che resta del Califfato. La fonte che ha annunciato la morte di al-Baghdadi potrebbe voler lanciare un suo “candidato” per la successione.

Le ultime prove di al-Baghdadi in vita risalgono a novembre, quando l’Isis diffuse un suo presunto messaggio audio, la cui autenticità non è stata però chiarita. Nello stesso mese, il governatore della provincia irachena di Ninive aveva riferito che il leader dell’Isis era fuggito da Mosul, senza precisarne la destinazione.

L’ultimo annuncio della Russia

la Russia, il 16 giugno scorso, disse di avere forse ucciso il capo dell’Isis in un raid a sud di Raqqa, in Siria, il 28 di maggio. Ma successivamente le autorità di Mosca hanno ammesso di non avere le prove di quanto affermato e anche la coalizione anti-Isis a guida Usa aveva annunciato di non poter confermare la notizia.

Diffuso il nome del possibile successore

Secondo quanto reso noto dalla tv saudita al-Arabiya, il successore di al-Baghdadi si tratterebbe di Jalaluddin al-Tunisi, al secolo Mohammed Ben Salem El Ayouni. L’uomo, nato nel 1982, è cittadino francese. Nel 2014 ha giurato fedeltà all’Isis, diventando uno dei miliziani più fedeli ad al-Baghdadi. Ma se il vecchio leader è ancora vivo, che senso ha? Forse per confondere gli avversari? Cosa stanno tramando? Di sicuro, non ci si può fidare ad occhi chiusi di loro, e dei loro comunicati.