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Musica e camorra, i neomelodici che salutano i boss

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Vi è uno strano e squallido connubio tra musica neomelodica e camorra (Naturalmente, evitiamo le generalizzazioni). Non solo le gesta di pericolosi criminali, nelle canzoni rivalutati come eroi se non popolari almeno del quartiere, ma addirittura ringraziamenti fatti ai boss durante le esibizioni i...

Tony Marciano arrestoVi è uno strano e squallido connubio tra musica neomelodica e camorra (Naturalmente, evitiamo le generalizzazioni). Non solo le gesta di pericolosi criminali, nelle canzoni rivalutati come eroi se non popolari almeno del quartiere, ma addirittura ringraziamenti fatti ai boss durante le esibizioni in piazza. Non si tratta di musicare la cronaca, di raccontare la vita del quartiere. Siamo in presenza di un’autentica apologia del camorrista. Non è da escludere che la camorra dia il suo contributo, o se preferite benestare, nella scelta d’improvvisati (pseudo)artisti da far lavorare. Ecco che a fine serata, o nel bel mezzo dell’esibizione il cantante paga dazio ringraziando il boss Tizio e il detenuto Caio. Le feste patronali spesso, mescolano il sacro e il profano, con irritanti scene di devozione e rispetto verso noti criminali. É il caso, per esempio, della Festa di San Catello, a Castellammare di Stabia dove il santo, portato in spalla dai fedeli sosta e s’inchina davanti alla casa del boss Renato Raffone. Ancora, festa della Madonna del Carmelo a Gragnano. Sul palco si sta esibendo Rosario Miraggio che ringrazia e saluta pubblicamente il boss Nicola Carfora, elemento di spicco della malavita stabiese, attualmente in carcere, condannato all’ergastolo. Certo, vogliamo spezzare una lancia a favore di Miraggio: cosa gli sarebbe accaduto se si fosse rifiutato di salutare il boss? Cosa avrebbe fatto l’uomo che sul palco gli ha chiesto la dedica? Tony Marciano, arrestato a inizio luglio per traffico di stupefacenti insieme ad altre 21 persone ritenute affiliate al clan Gionta di Torre Annunziata. Tommy Riccio scrive una canzone sui latitanti. Lisa Castaldi canta “Il mio amico camorrista” un delirio musicale nel quale si esaltano “le doti” di certa gentaglia. Salvatore Alessi che con la sua “La Libertà E Nu Pentit” attacca i pentit accusandoli, con le loro dichiarazioni, di far condannare “uomini d’onore”. La lista degli esempi sarebbe lunga, troppo lunga. Naturalmente quanto scritto fino ad ora non vuol dire che (a cominciare dalle persona citate nell’articolo) chi fa il cantante neomelodico sia un camorrista, o che si macchi di qualche reato o che operi nell’illegalità.