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Sessualità femminile: cosa ci hanno insegnato le serie televisive?

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Dialogo con la ricercatrice Iris Brey, autrice di Sex and the séries, sul modo di riconsiderare la rappresentazione televisiva della sessualità femminile. Desperate Housewives, Sex and The City, Orange Is The New Black, Grey's Anatomy, Transparent ... Il punto in comune di queste serie americane?...

Dialogo con la ricercatrice Iris Brey, autrice di Sex and the séries, sul modo di riconsiderare la rappresentazione televisiva della sessualità femminile.

Desperate Housewives, Sex and The City, Orange Is The New Black, Grey’s Anatomy, Transparent … Il punto in comune di queste serie americane? Aver riconsiderato la rappresentazione della sessualità femminile. Un capovolgimento che deve molto all’arrivo, in un’industria per lo più maschile, di registe come Shonda Rhimes, Jenji Kohan o Jill Soloway, che hanno contribuito a sbrogliare una lingua confiscata alle donne: quella del loro corpo e del loro piacere fisico. Non è troppo presto, saremmo tentati di dire. Nel suo saggio “Sex and the séries” uscito in primavera, su Soap, la ricercatrice Iris Brey analizza questa rivoluzione sessuale trasmessa in tv.

Tuttavia, Iris ritiene che queste fiction non abbiano lo scopo di sostituirsi a dei corsi di educazione sessuale né alle conversazioni inibite con i nostri genitori. Questa rivoluzione sta accadendo anche se le serie trasmettono ancora un puritanesimo che non ha nulla a che vedere con la nostra epoca, dove la pornografia è accessibile a tutti, anche ai più giovani.

Le serie non hanno questo compito pedagogico, alla stregua di qualsiasi altro tipo di arte. Ciò che mi interessa, invece, è che, come il porno, le serie sono guardate in modo illegale, su un computer, in un luogo privato. Vorrei mettere in parallelo queste due pratiche di visualizzazione, d’altronde sempre più incoraggiate. Ma non penso che le serie americane corrano così velocemente, anche se molte mostrano corpi nudi e differenti tipi di sessualità“.

Questo non accadeva nelle serie degli anni ’90, con le quali è cresciuta Iris Bray. All’età delle prime emozioni, quella in cui si costruisce la propria identità, Dawson Creek e Angela, 15 anni, rafforzavano dei cliché sessisti e gravava, nella psiche degli adolescenti, una continua opposizione tra “la vergine innocente” e “la seduttrice tentatrice”.

Quando ero adolescente mi rendevo conto di alcune conversazioni erotiche, di alcune scene particolarmente spinte, ma non comprendevo realmente ciò che si diceva né ciò che era rappresentato come un gioco. Mi sembrava tutto molto sfocato. Ma trovo che una delle serie dove comprendevo qualcosa di più sulla questione della verginità, intesa come qualcosa di importante era Angela, 15 anni.

Mi ritrovavo in questa molto più che in Dawson, dove i personaggi femminili non pensavano realmente da soli. Ad esempio, sentivo che Jen Lindley avesse combinato dei guai molto gravi a New York ma non comprendevo realmente di cosa che si trattasse. Di conseguenza, l’idea di avere dormito con un ragazzo o di avere bevuto degli alcolici era così tanto demonizzata che si trasformava in prototipi negativi – o in ogni caso, in tabù ancora più forti.”

Anche Buffy contro i vampiri, alla quale si attaccava volentieri l’etichetta “femminista”, punisce la sua eroina di avere scelto “il partner sbagliato, Angel, per la sua prima volta“.

In realtà, c’era spesso un significato di pericolo legato ad una ragazza sessualmente attiva. Un pericolo abbastanza diffuso; anche Buffy, quando comincia la sua vita sessuale, non si sa mai quello che le accadrà… Questa rappresentazione del pericolo permanente del personaggio femminile che è sessualmente attivo è abbastanza potente nell’immaginario. E come spettatrici, non ci è mai venuto in mente di associarci a donne come Jen, piuttosto che a Joey.”

“Si arrivava a detestare i personaggi più estroversi dal punto di vista sessuale! Nelle serie per adolescenti, c’è anche una sacralizzazione enorme attorno al primo amore e della perdita della verginità. Il fatto di attendere la persona giusta, “the one”, essere sicura: una vera pressione attorno alla questione. Si ritorna sempre a questa storia del pericolo: le ragazze che vanno a letto con un ragazzo si mettono sempre in pericolo; la loro reputazione, il modo in cui le altre parlano di lei… Anche in Angela, 15anni, la sua migliore amica che dorme per la prima volta con un ragazzo è vista come una ragazza depravata, tossica, non pura… E penso che oggi sia ancora così. Queste sono serie degli anni ‘90, ma ho l’impressione che quest’idea di fare attenzione con chi si vada a letto per mantenere una buona reputazione è sempre pregnante. Mette una pressione alle donne che è completamente irregolare ed ingiusta, e ci consolida in stereotipi e schemi super tradizionali.”

Onda d’urto: Sex and the City

Tuttavia, alla fine degli anni ’90, l’onda d’urto provocata da Sex and the City fa traballare l’ordine stabilito raccontando, senza filtri o quasi, la vita sessuale di quattro newyorchesi. Piani a tre, orgasmo, sodomia, menopausa, vibratori … La serie di Darren Starr, riadattata dal libro di Candace Bushnell (che ha collaborato nella scrittura di 94 episodi) recupera cinquanta anni di silenzio.

Credo che ci siano due cose in Sex and the City. È una serie che vuole allo stesso tempo piacere al grande pubblico, dunque perpetua schemi estremamente tradizionali e patriarcali alla Walt Disney, ma cerca anche di colpire un pubblico di nicchia esplorando argomenti realmente innovatori e con una liberazione della parola incredibile. Inoltre, c’è una ricerca accurata nella scrittura, che riguarda l’esperienza sessuale delle donne e il loro piacere che è davvero piacevole …”

Mi ricordo di avere guardato Sex and the City solo alcuni anni dopo Hartley, cuori a vivo e di avere adorato la serie – senza tuttavia comprendere tutto. C’era un’apertura che non esisteva altrove e quest’idea di scoperta contemporaneamente alle quattro eroine accompagnava l’evoluzione … In Sex and the City, si segue tutto dal punto di vista dei quattro personaggi femminili. Tutti i loro innamorati sono intercambiabili, l’uno vale l’altro e scompaiono in un momento. Questo fatto dà un posto molto meno importante agli uomini, anche nell’immaginario del telespettatore .”

Tuttavia, i canali televisivi americani non beneficiano tutti della stessa libertà. Contrariamente accade sui networks, o come li chiamano (la TV hertziana), dove la censura funziona un po’ a caso – anche quando si tratta di una serie di successo. È il caso, ad esempio, di Shonda Rhimes, creatrice della serie medica Grey’s Anatomy, diffusa su ABC. Nel suo libro, Iris Brey racconta come la Commissione federale delle comunicazioni le ha proibito di far pronunciare ad un medico la parola “vagina” (giudicata indecente), mentre “pene” è stato pronunciato diciassette volte in un solo episodio … Una confisca sintomatica della lingua ed una constatazione tragica: così, nel silenzio, il corpo delle donne resta sconosciuto.

Penso che questo provenga da un desiderio di conservare il piacere femminile come qualcosa di misterioso e inaccessibile. Dal momento in cui non si nomina una cosa, questa non esiste. Dunque non si sa cos’è, come funziona, né dove si trova. Per me, questa cancellazione dell’anatomia femminile è una vera violenza sulle alle donne. È lasciare una parte della popolazione nell’ignoranza più totale del proprio corpo. Finalmente non c’è differenza tra uomo e donna: in Friends, Chandler non sa dove è il clitoride – probabilmente “la zona 7„ di cui parla Monica …

Ci rendiamo conto perfettamente che il corpo della donna non si conosce affatto e per questo fa molta paura. Freud chiama infatti la sessualità femminile un continente nero”! Si ritorna a quest’idea d’oscurità, a qualcosa di immenso nel quale ci si può perdere … Senza dimenticare le rappresentazioni della vagina con denti o la paura di scomparire dentro. Anche se tutto ciò può sembrare ridicolo oggi, viviamo ancora in un terrore associato al piacere femminile. Il solo modo di disinnescarlo è il potere di dire le cose chiaramente, a volte in maniera cruda, ma soprattutto di reinserire questa lingua nella linguaggio corrente. C’è una scena molto eloquente, in Orange Is The New Black, in cui Sophia Burset, che d’altronde è transessuale, spiega alle altre donne dove è l’uretra, la vagina e il clitoride, e dice loro “prendete uno specchio ed osservate“!”

È qualcosa di molto potente, poiché molte donne non si osservano, non sanno nemmeno a chi somigliano. C’è un vero terrore, perché il sesso femminile non è mai disegnato, mostrato … Le sole rappresentazioni sono nei film pornografici, in cui le vulve si somigliano tutte e sono mostrate sempre nello stesso modo, soltanto per essere penetrate. Bisognerebbe poter osservare la sessualità di una donna senza che sia inevitabilmente oggetto erotico! La quinta stagione di Girls, anche se Lena Dunham non mostra tutto, è abbastanza ricca di scene in cui lei appare nuda. Questo potrebbe fare smuovere qualcosa e disinnescare queste paure .”

Castrazione metaforica

Un’inconsapevolezza terrificante dalle conseguenze piuttosto inaspettate, poiché l’ignoranza degli uomini, a volte, fa loro temere una castrazione metaforica. Iris Brey descrive una scena di LOVE, la serie sviluppata da Judd Apatow per Netflix, dove l’eroina chiede al suo “amico di letto” se può usare il suo vibratore. La telecamera ci mostra il personaggio maschile in panico ma ci spinge a giudicare questa ragazza che preferisce soddisfare i suoi bisogni con un oggetto piuttosto che con un uomo. “Il problema in LOVE è che ci porta ad entrare in empatia con i due personaggi, un uomo ed una donna. Ma, quando vedo scene come questa, mi irrito molto: la telecamera ci dice di essere in empatia con questo tipo di cui gli attributi non servono a molto. Visto che il personaggio femminile non ha bisogno di lui per la sua sessualità, lui stesso è utilizzato come un sex-toy. E qui che una paura molto profonda colpisce gli uomini, quella di essere sostituiti o di non essere più essenziali alla vita sessuale delle donne.”

C’è questo timore che, un giorno, le donne non abbiano più bisogno di loro. Questa paura si accompagna a tanti argomenti recenti, come la procreazione assistita, ad esempio. Il fatto che le donne possano emanciparsi attraverso un rapporto sessuale con un uomo per diventare madre, o attraverso una penetrazione per godere, questo capovolge un equilibrio che ci hanno imposto negli ultimi secoli. È interessante perché nel XVII secolo, si pensava che la donna, per essere incinta, dovesse godere. Dunque il clitoride faceva parte del linguaggio medico corrente. Ci si chiede come avessero un rapporto sessuale all’epoca! Dal momento in cui il piacere femminile non è più finalizzato alla riproduzione e nemmeno la penetrazione maschile, la concezione dei nostri rapporti sessuali cambia profondamente

Occorrerebbe mostrare ancora questo piacere. Nelle serie, gli abusi sembrano all’ordine del giorno mentre gli orgasmi femminili restano ancora un tabù. Senza dimenticare le relazioni eterosessuali acconsenzienti, che fanno l’impasse sui preliminari mostrando donne pronte all’uso. Uno schema normale che molte serie recenti si impegnano a distruggere.

Tutto questo ci mostra che il corpo femminile è ancora percepito come un oggetto di desiderio a disposizione dell’uomo. Ci sono molte cose in ciò che dico: l’abuso è una realtà che colpisce molte donne, e l’evoluzione di questo fenomeno è che non sia più soltanto rappresentato nelle serie poliziesche. Ciò che mi disturba maggiormente è il fatto che non sia trattato come un evento estremamente doloroso e sconvolgente per le donne. Quanto all’assenza d’orgasmo, anche questo purtroppo fa parte della realtà. Il problema non è tanto che si mostrino donne che giungano all’orgasmo, ma piuttosto che la si presenti sempre nello stesso schema sessuale: la donna è a disposizione dell’uomo e deve soddisfare i suoi desideri, dunque avere voglia come lui, godere allo stesso tempo, nella stessa posizione … No, questo è impensabile!

Ma alcune serie recenti mostrano altri modi di godimento, come la pratica del cunnilingus, che arrivano all’orgasmo o, come in Sense8, dove due donne utilizzano una cintura. Si hanno anche orgasmi femminili in pieno schermo: penso all’ultima scena del terzo episodio di Casual, in cui il pirmo piano del viso di Valerie, una donna di 39 anni, è inquadrato con espressioni di godimento. È ancora raro, ma questo dimostra che si può rappresentare la sessualità femminile in modo diverso da un rapporto sessuale regolare, che comincerebbe con la penetrazione e finirebbe con l’orgasmo maschile.”

L’assenza terrificante del pene

Resta che parlando di attributi sessuali, donne ed uomini non sono trattati nello stesso modo sullo schermo. Uno squilibrio evidente che Iris Brey constata attraverso l’onnipresenza gratuita dei seni e l’assenza terrificante del pene. Con, in filigrana, una nuova censura del piacere.

Il problema è che i seni sono sempre mostrati per il solo piacere maschile! Penso in particolare alle serie di HBO, come True investigator, dove le donne sono spogliate per rendere la scena più erotica. È questo che mi disturba profondamente, si tratta di nudità femminile gratuita. E la nudità maschile gratuita? Non c’è mai! E quando si vedono parti maschili in tv non sono in erezione, né i trovano lì per il piacere delle spettatrici. Detto ciò, la questione dei seni è complessa: perché tutte le attrici dovrebbero mettersi in topless per piacere ai registi?

Perché i seni sono sistematicamente erotizzati? Del resto, i petti che si vedono nelle serie sono molto perfetti. Penso che dal momento in cui si vedranno seni imperfetti e uomini “in piena forma” si sarà arrivati all’uguaglianza! Ma alcuni atti sessuali persistono nella rappresentazione di una relazione dominante-dominato. Tale è il cunnilingus, considerato dallo zio di Tony Soprano come “un segno di debolezza„ in una scena che la storia evoca.
Penso che sia sempre percepito come un atto di sottomissione”. In quest’estratto, è visto molto peggio di uccidere un uomo, è l’atto proibito per eccellenza! Siamo in una cultura in cui il cunnilingus è poco rappresentato poiché, anche se valorizzando valorizzando l’uomo, attribuisce potere alla donna. Siamo abituati a rapporti sessuali dove la donna è in una relazione geografica e fisica d’offerta e vedere un uomo che goes down, come si dice in inglese, che si mette in ginocchia, è molto insolito per noi. Mentre nel XII secolo, nella letteratura dell’amore cortese, l’uomo che si inginocchia era molto presente in modo visivo, oggi, non è più il caso. È per questo che in The Good Wife scritto da un uomo e una donna, il fatto che il marito di Alicia Florrick scenda appena per dargli del piacere, è diventato molto politico. Ciò mostra che un uomo può semplicemente avere voglia di far godere una donna senza penetrarla. La sfida di questa rappresentazione è mostrare che la sovranità ed il piacere femminile vengono posti al di sopra del piacere maschile.”

È per questo che ci sono così pochi 69 nelle serie, oltre ad una scena affascinante in The Americans. Perché 69 è in realtà l’attuazione dell’uguaglianza tra due corpi; non rende più l’atto sessuale orale come una relazione di dominazione ma come uno scambio, una fusione totale che non è legata alla penetrazione. Dunque, è forse la posizione più egualitaria che esista, ma è anche quella che si vede di meno alla tv!

Oltre al linguaggio, oltre alle posizioni, le serie fanno la loro rivoluzione sessuale proponendo nuovi schemi di riflessione ai telespettatori.
Per me, la serie più moderna sulla questione, è Trasparent. Anche se Girls, ad esempio, è interessante, trovo che la serie di Jill Solowayva si spinge davvero lontano nella sessualità di tutti i suoi personaggi e, soprattutto, esplora sistematicamente l’identità di genere – e li distingue molto. Nessuna altra serie approfondisce queste due idee, qui ci troviamo realmente in una sessualità postmoderna.

Più recentemente, troviamo anche The Girlfriend Experience, che spinge a riflettere sul corpo della donna, sul modo in cui lo utilizza ed e quanto ci troviamo a disagio, da spettatrici, quando vediamo una donna– intelligente, non sottomessa che si prostituisce per il suo piacere e per denaro. Questo discorso, che disturba per altre ragioni politiche, mi interessa poiché ci dice come siamo soliti reagire. Dall’uscita del mio libro, molta gente mi ha chiesto cosa ne pensassi! È vero che è difficile prendere una posizione su The Girlfriend Experience, poiché non è una serie in cui possiamo prenderne davvero parte. Si tratta, dunque, di qualcosa di molto postmoderno, in quanto trasmettono ormai delle serie che non hanno più il dovere di dire allo spettatore ciò che è giusto o sbagliato moralmente, ma lasciano una libertà che ci responsabilizza di fronte all’immagine e ci fa riflettere.”

Orange Is The New Black, Girls, masters ofsexe, Sense8… Altrettante serie che non trattano le donne attraverso il solito sguardo maschile. Allora dovremmo dire che si deve contare solo sulle registe per una rappresentazione diversa dalla sessualità femminile? Non necessariamente, modera Iris Brey.
C’è ovviamente una correlazione, ma la prima stagione di Togetherness, realizzata dai fratelli Duplass, esplora cose molto interessanti sulla sessualità femminile, le questioni di desiderio, di coppia, dell’amicizia uomo-donna; anche con una certa parità a livello dei personaggi. Penso che ci sia più di qualcuno prima e dopo Shonda Rhimes e non prima e dopo Sex and The City!

Shonda tiene conto della sessualità di tutti i suoi personaggi nel loro arco narrativo e in tutto il loro percorso: in Grey’s Anatomy, Callie Torres, che è bisessuale, sposa un uomo dopo s’innamora di una donna, ricade a letto con un uomo, ha un bambino con una donna … O Cristina Yang, che non ha voglia di avere un bambino e che abortisce, prima di separarsi da suo uomo; sono cose che non si vedevano prima! Shonda Rhimes è riuscita a montare una galleria di personaggi femminili appassionanti, brillanti, delle donne di potere. E soprattutto, delle donne nere, latine … In Scandal ed How To Get Away With Murder, due attrici nere sono le protagoniste, con sessualità altrettanto complesse.„