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Strage tra treni: il racconto su Facebook di un coratino

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Strage tra treni, il racconto su Facebook di un coratino, Nicola Nocella. La quotidianità dei pendolari tra Andria e Corato. “Non ho molta voglia di scrivere, ma se c’è stata mai una volta in cui ho avuto bisogno di farlo, quella volta, è stasera.” Così inizia il lungo racconto di Nicola ...

Strage tra treni, il racconto su Facebook di un coratino, Nicola Nocella. La quotidianità dei pendolari tra Andria e Corato.

“Non ho molta voglia di scrivere, ma se c’è stata mai una volta in cui ho avuto bisogno di farlo, quella volta, è stasera.” Così inizia il lungo racconto di Nicola Nocella, coratino purosangue, come piace definirsi. A poche ore dall’orribile tragedia, causata dallo scontro di due treni sulla tratta Andria Corato, l’attore pugliese si apre in un lungo racconto, scritto di getto, per raccontare la quotidianità di chi quei treni li prendeva ogni giorno.

Facce allegre, sorrisi, i volti ansiosi degli studenti prima di un esame, ma anche lacrime, facce stanche dopo lavoro. Questa era la quotidianità, queste le diverse sfaccettature di un percorso ferroviario che nessuno mai avrebbe pensato potesse spegnere così tante vite.

Dal blog di Nicola Nocella: “Oggi, molti di voi, hanno scoperto dov’è Corato, che è vicina ad Andria, e che tra Corato e Andria noi abbiamo viaggiato per cinquant’anni su un binario unico. […]

Io ho preso uno di quei treni centinaia di volte. Centinaia. E c’è gente che tuttora, ancora, lo prende. C’è gente che l’ha preso oggi. Dopo il dramma. Perchè per noi quella è vita. Tutti ci siamo seduti in un particolare posto perchè c’era quella ragazzina che scende sempre a Terlizzi che porta sempre i capelli legati. Tutti abbiamo preparato un ultimo esame nella concitazione mattutina. Tutti siamo andati almeno una volta nell’ultimo vagone, perchè era quello più vuoto. Tutti, perchè per noi era normalità. […] Quando parto per Roma, io prendo esattamente quel treno. Esattamente quello. Per arrivare prima a Barletta e mangiare un cornetto, prima di prendere il treno. […]

Tutti noi, su quei treni, abbiamo litigato. Abbiamo pianto. Non avete nemmeno idea di quanti ne ho visti piangere. Quando mi ha lasciato la mia donna, tanti anni fa, sono andato e tornato da Ruvo e mi sono semplicemente messo a piangere. E quanti ne ho visti piangere. Tutti noi abbiamo riso. Tutti noi abbiamo “deciso”. E tutti noi abbiamo vissuto. […]

Io, quella stazione per cui ora voi vi indignate, l’ho vissuta per tutta la vita. E quel capostazione che ho appena visto intervistato da sky, mi saluta tutte le volte. E mi chiede come sto. E mi sorride. E così triste, non l’avevo visto mai. Non ho smesso un minuto di piangere. E come me tutti. Tutti. Perchè oggi tutti noi abbiamo perso qualcosa”.