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Abusi sessuali, il caso di Giada: violentata nella palestra di karate

Abusi sessuali

Nuovo caso di abusi sessuali, questa volta raccontato nel corso di un servizio de "Le Iene" andato in onda nella serata di ieri.

Nuovo caso di abusi sessuali, questa volta raccontato nel corso di un servizio de “Le Iene” andato in onda nella serata di ieri. La protagonista di questa vicenda è Giada, che ha raccontato di essere stata abusata quando aveva dodici anni. Il colpevole è il suo maestro di karate, Carmelo Cipriano (quarantadue anni), che secondo il racconto della donna avrebbe abusato anche di altre sei bambine. A diversi anni dagli abusi, però, le vittime hanno cominciato a parlare.

Abusi sessuali

Quello che accadeva in una palestra nel Bresciano è ormai noto. In questo posto, il maestro di karate, Carmelo Cipriano, di abusi sessuali nei confronti di sei bambine. Ma diversi anni dopo gli absi, le vittime hanno cominciato a parlare.

Come ad esempio è successo a Giada, che nel corso di un servizio de “Le Iene” andato in onda ieri sera ha raccontato di essere stata una delle vittime di Cipriano. La donna rivela che era una ragazza molto timida, tanto da non avere molti amici.

Era il karate che la aiutava a socializzare con i suoi coetanei. Si allenava tutti i giorni, sette giorni su sette. La palestra era di proprietà di Carmelo Cipriano, il quale è riuscito ad acquistare una enorme fiducia sia nei confronti della ragazza che della sua famiglia. Insomma, l’uomo faceva vedere alla famiglia della bambina che era si era affezionato realmente a lei. Però in seguito è diventato qualcosa di più.

A quel punti, il maestro ha osato. La ragazza racconta che quando aveva dodici anni avevano organizzato un pigiama party. In quella occasione, l’uomo si è avvicinato a lei e le ha infilato una mano dentro i pantaloni. La dodicenne rimase sorpresa, in quanto non sapeva cosa significasse quel gesto. Lui le disse di non raccontarlo a nessuno e lei effettivamente obbedì alla richiesta. Ai suoi genitori non disse nulla, soprattutto perchè con loro il discorso relativo al sesso era tabù.

La ragazzina prosegue il suo racconto: “Voleva arrivare a masturbarmi, ho provato fastidio e vergogna. Ma io non potevo contraddire il mio maestro. Il maestro di karate pretende rispetto. Lui diceva ‘Tu fai e non controbattere”.

L’obiettivo di Cipriano era proprio quello di mettere in soggezione le sue allieve. Lei era il loro maestro e loro non potevano contraddirlo.

Il racconto di Giada

Durante l’estate, però, il presunto pedofilo alza nuovamente il tiro. Giada spiega che durante i mesi estivi i suoi genitori erano andati in vacanza. Lei invece era rimasta a casa, perchè si era rotta una gamba.

A quel punto il maestro rassicura la ragazzina, promettendole che l’avrebbe aiutata lui a fare riabilitazione. All’età di tredici anni, Giada si recava in palestra e lui le faceva i massaggi. Successivamente ha tentato di baciarla, prendendole la mano e mettendola sul suo inguine. La ragazza era confusa, credeva che fosse un normale gesto di affetto. Tanto che lui le diceva che era speciale, che era la donna più importante della sua vita.

Lei associava il fatto che se una persona le volesse bene allora lei doveva fare certe cose. Lui inoltre pretendeva che la ragazza le dicesse che lo amava. Ma a lei invece non veniva spontaneo dirglielo. L’uomo era anche geloso, non voleva che Giada frequentasse altri ragazzi. Era ossessivo, tanto che le controllava anche il telefono.

Dall’ossessione alla possessione il passo è stato breve: “Dal momento che era diventato morboso mi diceva: ‘Se tu dici qualcosa a qualcuno io ti rovino la vita, io ti uccido'”. L’uomo giocava sui sensi di colpa della ragazzina per farle fare ciò che voleva. La costringeva a masturbarlo a praticare sesso orale. Si arrabbiava quando la giovane si mostrava titubante, tanto da diventare aggressivo.

Giada però non riusciva a parlare con nessuno, anche perchè il maestro la minacciava: “Se tu lo dici ai tuoi genitori loro non ti faranno uscire di casa“, le diceva l’uomo.

Fino a questo momento, il maestro non è riuscito ad avere un rapporto sessuale completo con lei. Ma ormai era solo questione di tempo. Giada ha raccontato che quando aveva tredici anni un giorno, quando la palestra era chiusa, l’ha presa e ha messo giù il materassino. Spiegandole che le avrebbe fatto vedere come si facesse a fare sesso.

La ragazzina però non ci è riuscita, perchè aveva paura e non voleva. Per questo motivo lui non è riuscito nel suo intento. Ma la verginità, rivela Giada, l’ha persa soltanto qualche giorno più tardi. Il maestro, infatti, nonostante la ragazza non fosse d’accordo ci ha riprovato.

Per lei la situazione era sempre più orribile. L’uomo la sgridava, le diceva che era frigida. Le faceva del male, la mandava a casa che piangeva. All’età di quattordici anni le ha chiesto di avere un rapporto sessuale a tre. Ha coinvolto infatti altri due uomini per un rapporto completo e un altro per la masturbazione. La giovane non ci capiva più niente. Voleva solo che quell’incubo finisse al più presto. Gli uomini coinvolti in questa vicenda avevano circa quaranta anni.

Passati cinque anni da quegli abusi sessuali, Giada è completamente disperata: “A 17 anni ho capito che non potevo più andare avanti così, mi facevo del male da sola, tagli sulle braccia. Gli ho detto basta. Lui voleva uccidersi ma io gli ho risposto: non mi interessa“.