> > ALA Milano Onlus: "Non salviamo persone, le responsabilizziamo"

ALA Milano Onlus: "Non salviamo persone, le responsabilizziamo"

ala milano onlus

Abbiamo incontrato Antonio e Vincenzo, volontari di Ala Milano Onlus. In una intervista doppia ci hanno spiegato di cosa si occupa la loro associazione

ALA Milano Onlus è un’organizzazione noprofit che si occupa di aiutare le persone in difficoltà sul territorio nazionale ed internazionale. Gli ambiti di interesse dell’associazione sono diversi: HIV e AIDS con il progetto “sessualità sicura”, dipendenze da alcol e droghe, bullismo, movida responsabile, prostituzione, pari opportunità e molto alto ancora.

Ogni anno ALA Milano Onlus aiuta oltre 30 mila giovani tra eventi, locali e manifestazioni. L’organizzazione è composta da 20 soci, 22 professionisti del settore sanitario e 15 volontari. ALA opera principalmente a Milano, ma anche in Camerun.

I nostri microfoni hanno raggiunto due dei soci principali, Antonio e Vincenzo, che in una intervista doppia ci hanno raccontato in poche battute cosa fanno di concreto per aiutare il prossimo. Guarda il video qui sotto per scoprirlo.

Intervista ad ALA Milano Onlus

“Cos’è ALA Milano Onlus nella tua vita?”

Antonio: “Prima di tutto è una grande passione e poi è un lavoro. Noi lavoriamo molto sulle dipendenze con focus su alcol e droghe “.
Vincenzo: “ALA Milano Onlus per me sono tante idee, tante persone e anche un lavoro, Non abbiamo l’onnipotenza di salvare persone, cerchiamo di responsabilizzarle dove possibile”.

Parlando di sessualità e prostituzione, come vi comportate?

A: “Andiamo nelle scuole e spieghiamo ai ragazzi cosa sia la sessualità sicura. Inoltre andiamo nelle strade e salviamo le donne vittime della prostituzione”.
V: “Il tema della prostituzione è molto particolare. A Milano una buona fetta delle prostitute che si trovano per strada non sono delle vittime, ma scelgono di intraprendere questa attività per qualsivoglia motivo. Non si può riconoscere l’attività della prostituzione, quindi diritti e doveri legati ad essa, ma si lascia in questo limbo in cui le persone che la praticano sono lasciate in balia degli eventi”.

Qual è la percezione che si ha in Italia e all’estero della malattia dell’HIV?

A: “Ultimamente mi sembra che siamo tornati un pò indietro negli anni. Molti giovanissimi non hanno informazioni e pensano che l’AIDS sia ancora una malattia legata al mondo omosessuale o al mondo dei tossici. Pensano che sia una malattia che esiste solo in Africa o negli Stati Uniti e invece Milano è la città più colpita in Europa”.
V: “A livello di terapia, rispetto a 20 anni fa, si sono fatti dei passi in avanti, la malattia diventa cronica. C’è un problema grossissimo: rispetto a campagne di informazione e prevenzione per le nuove generazioni il problema di una sessualità sicura viene lasciato in disparte. Il profilattico viene visto solo come una protezione per le gravidanze e non viene usato nei rapporti occasionali. Nel nostro Paese non è possibile parlare di sessualità apertamente”.