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Astrazeneca e Johnson&Johnson, la biologa Poli: "Sospenderli per i giovani, è un rischio"

AstraZeneca Johnson & Johnson

I vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson dovrebbero essere sospesi per i più giovani: è quanto chiesto da un gruppo di esperti tra cui Valeria Poli.

Valeria Poli, docente ordinaria di Biologia Molecolare all’Università di Torino e presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare (SIBBM), ha espresso la necessità di sospendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson per i giovani. D’accordo con lei ci sono altri scienziati che hanno inviato una lettera al governo con la medesima richiesta alla luce dei dati relativi agli effetti collaterali gravi ad essi connessi.

Astrazeneca e Jonhson&Johnson: parla Valeria Poli

Intervistata da Fanpage.it, l’esperta ha spiegato di aver sottoscritto quella lettera partendo dopo aver osservato i dati più recenti, diffusi dalla Gran Bretagna, relativi alla somministrazione dei due sieri a vettore adenovirale. Il rischio, soprattutto per i giovani, è quello che si verifichi una reazione avversa. Una patologia che non ha nulla a che fare con le normali trombosi, quelle provocate per esempio dalla pillola, che si presenta in almeno un caso su 50 mila ma più probabilmente in 2, soprattutto nelle donne. Più la fascia di età si abbassa più aumenta la frequenza della patologia che, nel 25-30% dei casi, ha effetti potenzialmente letali.

Quanto alle cause della trombosi, la biologa ha spiegato che sono da ricercare nel fatto che i vettori adenovirali facilitano la formazione di auto-anticorpi contro le piastrine, coinvolte nel processo di coagulazione del sangue. Questi riconoscono una proteina delle piastrine, che si chiama FP4, si attaccano ad esse e le attivano, provocando una catena di eventi che portano alla formazione dei trombi

Astrazeneca e Jonhson&Johnson, Valeria Poli sul rapporto rischio-beneficio

Quanto al rapporto rischio-beneficio, rispetto ai potenziali effetti del Covid fino alla morte, per delle persone sopra i 60 anni è molto a vantaggio del vaccino. Anche perché per gli over 60 la trombosi ha meno frequenza. La fascia tra i 18 e i 40 anni avrebbe invece un rischio risibile di riportare grossi danni dal Covid mentre ha un rischio definito, anche se raro, di contrarre la trombosi. 

E’ dunque meglio somministrare alle persone che vi appartengono altri vaccini: “I sieri non sono tutti uguali. Ci sono quelli che vanno bene per gli ultrasessantenni e quelli che vanno bene per i giovani“. 

Astrazeneca e Jonhson&Johnson, Valeria Poli: “Non ci sono esami preventivi”

Interrogata sulla presenza di esami preventivi che si possono fare per capire se un soggetto è a rischio trombosi, la Poli ha affermato che al momento non ve ne sono. C’è soltanto un esame di laboratorio che può dimostrare la presenza degli anticorpi ma si esegue dopo la somministrazione del farmaco.