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Attentato a San Pietroburgo: ucciso blogger Tatarsky

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Attentato a San Pietroburgo. Ucciso il blogger nazionalista e corrispondente di guerra russo Vladlen Tatarsky.

Attentato a San Pietroburgo. Una bomba è esplosa in un bar in pieno centro e ha ucciso il blogger nazionalista e corrispondente di guerra russo Vladlen Tatarsky.

Attentato a San Pietroburgo: ucciso blogger Tatarsky

Una bomba è esplosa in un bar in pieno centro a San Pietroburgo e ha ucciso il blogger Vladlen Tatarksy, come confermato dal ministero dell’Interno russo. L’esplosivo era nascosto dentro una statuetta portata nel locale da una ragazza, come regalo al blogger. La donna, Darja Trepova, 26 anni, è stata inserita nella lista dei ricercati. Era già stata arrestata. Oltre 30 persone sono rimaste ferite. Il video di una telecamera mostra la donna che entra nel bar tenendo tra le mani una scatola di cartone.

Gli ufficiali russi del dipartimento investigativo criminale non escludono che la donna sia stata usata per commettere l’attentato, come riferito da una fonte del ministero dell’Interno russo a Rbk. “Forse non immaginava che la statuina contenesse un esplosivo” ha aggiunto la fonte, affermando che la polizia sta elaborando una lista di partecipanti all’azione contro la guerra avvenuta nel febbraio 2022 a San Pietroburgo, a cui Trepova aveva preso parte.

Il blogger Vladlen Tatarsky

Il ministero degli Esteri russo ha reso omaggio al blogger, scagliandosi contro i governi occidentali per non aver reagito all’attacco. Persone come Tatarskysono difensori della verità” ha scritto la portavoce del ministero Maria Zakharova, su Telegram, aggiungendo che la mancata reazione dei governi occidentali “nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera parla da sola“. Tatarsky, il cui vero nome era Maxim Fomin, era molto seguito sui social. Era tra le centinaia di partecipanti alla sontuosa cerimonia organizzata dal Cremlino a settembre per proclamare l’annessione russa di quattro regioni parzialmente occupate dell’Ucraina.

Un anno fa aveva condiviso un post su Telegram in cui criticava l’inefficienza delle forze armate russe in Ucraina. “Fino a quando non scopriremo il nome di questo genio militare che ha posizionato il battaglione tattico vicino al fiume, e lui non risponde pubblicamente di questo, non ci saranno riforme nell’esercito” aveva scritto.