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Aviaria, primo caso umano al mondo negli Usa: paziente morto per virus A(H5N5)

Aviaria morto uomo Oms

L'Oms conferma negli Usa la morte umana per aviaria: infezione da A(H5N5) in un uomo con patologie pregresse.

L’Oms ha confermato la morte del primo uomo infettato dal virus dell’aviaria, segnalando un caso umano di influenza A(H5N5) negli Stati Uniti. La notizia evidenzia l’importanza della sorveglianza globale e del monitoraggio dei contatti per prevenire eventuali focolai.

Aviaria, morto il primo uomo al mondo infettato dal virus: monitoraggio e valutazione del rischio

Le autorità sanitarie statunitensi continuano le indagini epidemiologiche e il monitoraggio delle persone entrate in contatto stretto con il paziente. L’Oms ha chiarito che, finora, “il tracciamento dei contatti non ha identificato ulteriori casi” e che “attualmente non vi sono prove di trasmissione da uomo a uomo“.

L’agenzia sottolinea inoltre l’importanza della sorveglianza globale per rilevare e monitorare i cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali emergenti, così come della condivisione tempestiva dei dati per la valutazione del rischio. Sulla base delle informazioni disponibili, il rischio per la popolazione generale viene considerato basso, mentre sale a basso o moderato per chi è professionalmente esposto ad animali potenzialmente infetti.

Aviaria, morto il primo uomo al mondo infettato dal virus: l’annuncio dell’Oms

Negli Stati Uniti è stato identificato il primo caso umano a livello mondiale di influenza aviaria causata dal virus A(H5N5). A essere colpito è stato un adulto residente nello Stato di Washington con patologie pregresse, deceduto in ospedale dopo un rapido peggioramento clinico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che si tratta del primo episodio globale attribuibile a questo ceppo, precisando che il paziente aveva allevato pollame da cortile e uccelli domestici, possibile fonte di infezione.

I sintomi iniziali, tra cui la febbre, sono comparsi a fine ottobre, mentre il ricovero per una forma grave della malattia è avvenuto nella prima settimana di novembre, con il decesso registrato il 21 novembre. Le analisi di laboratorio, condotte dall’Università di Washington e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), hanno confermato l’infezione come A(H5N5) attraverso sequenziamento genetico.