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Caduta fatale al parco giochi, bambina morta a 6 anni: sotto accusa il Comune

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Segnalazioni senza risposta e nessun intervento di messa in sicurezza: cinque indagati per la morte della bambina nel parco giochi.

Era un pomeriggio come tanti, fatto di giochi e risate, ma si è trasformato in una tragedia. Una bambina di sei anni è morta in un parco giochi comunale, sotto gli occhi increduli di genitori e passanti. Ora la città piange, mentre la giustizia cerca risposte: il Comune finisce sotto accusa.

Bambina di 6 anni morta al parco giochi: l’accusa al Comune

Ritaj Lahmar, una bambina di sei anni, ha perso la vita nel settembre 2024 colpita alla testa da una pedana in ferro mentre giocava su un’altalena inclusiva nel parco Don Agostinelli di Villongo, in provincia di Bergamo. Quel giorno la piccola era salita sulla giostra con un coetaneo, quando, dopo una spinta data da altri bambini, ha perso l’equilibrio ed è caduta. L’altalena, però, non si è fermata: priva di un dispositivo di limitazione, ha continuato la sua corsa, colpendola mortalmente.

Eppure, secondo quanto emerso al termine delle indagini coordinate dalla PM Letizia Alonso, tutto questo si sarebbe potuto evitare con un intervento da appena 150 euro. Quella cifra sarebbe bastata per riparare la catena che avrebbe impedito l’oscillazione pericolosa.

Bambina di 6 anni morta al parco giochi: cinque nomi nel registro degli indagati

L’inchiesta condotta dalla Procura ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta del sindaco di Villongo, Francesco Micheli (34 anni), dell’ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Vigani (65) e di tre funzionari che, dal 2022, si sono succeduti alla guida dell’ufficio tecnico comunale: Santina Crevena (61), Alfredo Zappella (59) e il segretario comunale Nunzio Pantò (59).

Le prime segnalazioni relative allo stato pericoloso dell’altalena risalgono al marzo 2022. Una mail indicava chiaramente che la giostra, destinata anche a bambini con disabilità, era danneggiata, con parti rotte e crepe visibili. Seguì una serie di comunicazioni con soluzioni e preventivi economici, tra cui proprio l’intervento minimo da 150 euro. Nonostante tutto, nessuno intervenne. Ora, a tragedia avvenuta, si cerca di attribuire responsabilità precise per un disastro che, come sottolinea il Corriere della Sera, poteva essere evitato.