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Il sindaco: "Bambini e migranti separati per i vaccini"

Vaccini separati per migranti e bambini italiani

Dopo il coprifuoco del 2017, Lucio Pizzi propone la separazione di italiani e migranti per le vaccinazioni.

La proposta arriva dal sindaco di Domodossola, Lucio Pizzi. Il primo cittadino, in un post sulla propria pagina Facebook, ha proposto di separare i bambini italiani e i migranti che si recano in ambulatorio per i vaccini. Richiesta che sembra nascere dalla preoccupazione dei suoi concittadini per una situazione promiscua e per il rischio del contagio da parte di immigrati “spesso portatori di malattie”. Immediata la protesta dell’Asl e dei pediatri.

Vaccini separati

Un ambulatorio per i bambini italiani e uno per i migranti. Sembra un episodio risalente ai tempi della segregazione razziale, invece è la recente proposta di Lucio Pizzi, sindaco di Domodossola. “Mi viene segnalato con preoccupazione che nello stesso locale vengono vaccinati migranti richiedenti protezione internazionale e bambini in tenerissima età”, ha dichiarato sui social. “Purtroppo sappiamo che i migranti non hanno alle spalle anamnesi che possano escludere situazioni di pericolo per la collettività, anzi sono spesso portatori di malattie contagiose. La situazione desta ancor più preoccupazione perché i bambini in tenerissima età che si ritrovano a stretto contatto con i migranti non hanno ancora completato il ciclo dei vaccini obbligatori”.

Il post di Lucio Pizzi

Preoccupato, il sindaco chiede al direttore dell’Asl di rassicurarlo “confidando che quanto segnalatomi non corrisponda a realtà. In caso contrario ritengo indispensabile che si provveda diversamente, organizzando il servizio in modo da evitare tali situazioni e da garantire prima di tutto la tutela dei nostri bambini e delle nostre famiglie”.

La risposta

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore piemontese alla sanità pubblica, Antonio Saitta. Sul sito della Regione Piemonte è possibile leggere la ferma opposizione dell’assessore alla richiesta di Pizzi.

“Ho appreso delle dichiarazioni del sindaco di Domodossola che chiede stanze separate per le vaccinazioni dei bambini e dei rifugiati. Mi auguro che non corrispondano al vero e siano frutto del clima (politico e non solo) surriscaldato di queste settimane: in ogni caso ho già avuto modo di ribadire al direttore dell’ASL VCO, che peraltro è perfettamente in linea con questa posizione, che il diritto alla salute va garantito a tutti senza discriminazioni, ancora più odiose trattandosi di minori”.

Politica e salute

Saitta ha anche sottolineato che le pressioni politiche non devono in alcun modo influenzare le procedure mediche.

“È spiacevole constatare come le tematiche che riguardano la salute spesso diventino oggetto di strumentalizzazioni politiche che alimentano un clima di confusione e di disinformazione perenne che non aiuta i cittadini. Sarebbe opportuno da parte di tutti una maggiore sensibilità istituzionale, in particolare da chi, come il sindaco, ha anche responsabilità in materia di salute pubblica. Il diritto alla salute va garantito a tutti senza discriminazioni, ancora più odiose trattandosi di minori”.

Dopo le polemiche sull’introduzione della vaccinazione obbligatoria da parte della ministra Lorenzin, i vaccini sono diventati nuovamente strumento di propaganda politica.

I pediatri

Anche Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), ha condannato le parole del sindaco di Domodossola. “Non esistono né rischi né pericoli. I pediatri sanno quali sono le necessità assistenziali. Il nostro Sistema sanitario nazionale è molto ben organizzato e si basa su regole centrali che è bene seguire”.

Seguendo la linea tracciata dall’assessore piemontese, Villani afferma: “Di medicina si deve occupare chi è preposto a farlo. Chi ha altre funzioni si occupi di altro”.

Il coprifuoco

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Anche in quella occasione, la reazione di protesta era stata immediata. Alcuni giovani militanti del Pd avevano organizzato una manifestazione davanti al municipio, mentre il Movimento 5 Stelle aveva paragonato la proposta di Pizzi alle leggi razziali del governo fascista.