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Bassetti: "Influenza partita a razzo, fa paura e corre come nel 2009"

Matteo Bassetti

Dai tempi della "suina" del 2009 Matteo Bassetti non vedeva contagi così massivi: "Influenza partita a razzo, fa paura e corre come nel 2009"

Matteo Bassetti lo ha detto molto chiaramente citato da AdnKronos Salute: “Influenza partita a razzo, fa paura e corre come nel 2009″. L’infettivologo del San Martino di Genova ha disegnato un quadro molto fosco dei contagi e ha spiegato in sintesi che è dall’anno della suina che il virus stagionale non era così aggressivo. “L’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo”.

Bassetti: “Influenza partita a razzo”

Pare proprio che l’influenza “stia correndo a una velocità che non si registrava dal 2009 e con numeri alti anticipati rispetto alla stagione“. Il numero di contagi secondo il medico di Genova “fa paura oggi per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti“. Ma i numeri? Sono oltre 2,5 milioni le persone che hanno contratto l’influenza dall’inizio della stagione. Il report InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità dice che nella settimana che va dal 21 al 27 novembre è cresciuto sensibilmente il numero dei casi di sindromi influenzali. 

“La forza propulsiva del 2009”

Sui social Bassetti aveva messo il suo pensiero per esteso: “L’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato prima del Covid ed è partita a razzo, siamo tornati alla forza propulsiva dell’influenza del 2009 con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Abbiamo numeri importanti già a fine novembre”. E ancora: “Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti”.

“No alle mascherine, deve circolare”

“Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come?” Poi la chiosa: “Ad esempio, abbiamo perso molto nella copertura vaccinale  per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l’influenza”.