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Beppe Grillo rivela le “5 stelle polari” del Movimento Cinquestelle: quali sono?

Beppe Grillo durante il famoso pranzo con Giuseppe Conte del luglio 2021

Beppe Grillo rivela le “5 stelle polari” del Movimento, anzi, visto il delicatissimo momento, le rammenta ai due contendenti: il ministro ed il presidente

Un po’ ufficiale di rotta un po’ Branko, Beppe Grillo interviene sul suo blog e rivela le “5 stelle polari” del Movimento Cinquestelle. Il fondatore del movimento si è mosso dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia e al culmine della querelle con Giuseppe Conte dopo la frattura sulla linea del Quirinale fra le due anime del M5S. 

Grillo e le 5 stelle polari: un ripassino sulla rotta da tenere e la nuova “anagrafica” del M5S

Ha spiegato Grillo che parte dagli esordi e dallo spirito originario del movimento: “Questa nostra rivoluzione democratica è oggi chiamata a passare dai suoi ardori giovanili alla sua maturità, senza rinnegare le sue radici ma individuando percorsi più strutturati per realizzarne il disegno. La nostra visione del mondo è sempre la stessa”. Insomma: Ha ragione Di Maio ma Conte può stare tranquillo.

Lo strappo di Di Maio e l’addio al comitato di Garanzia dei Cinquestelle

L’intervento di Grillo è successivo di poche ore alla lettera-annuncio di Di Maio che di fatto certifica una frattura al limite dell’insanabile con i contiani. E attenzione, il Comitato di Garanzia del Movimento Cinquestelle è esattamente il luogo dove lo scontro fra i due ha trovato la sua massa critica. Perché? Perché è il luogo di significazione della pluralità delle istanze di un movimento accusato molte volte di avercela solo di facciata. Perciò Grillo ha dovuto mettere i panni del padre nobile fondatore ed ha ricordato le cinque stelle polari che dovrebbero guidare il percorso del Movimento. 

Le cinque stelle polari: ecco la “costellazione” che da sempre guida la creatura di Grillo

Quali sono? La leggerezza, a simbolo dell’economia circolare, la rapidità, totem contro la burocrazia, l’esattezza, per incarnare regole certe, poi la visibilità come trasparenza e la più adatta alla bisogna, la molteplicità, che è icona di democrazia partecipata ma anche di pluralità di istanze. Il guaio è che da mesi ormai questa pluralità è sintomatica più di guerra fra bande che di dialettica, e la goccia che aveva fatto traboccare il vaso nella bolgia sul Colle era stata il tentativo di Di Maio di chiudere un accordo per spedire Elisabetta Belloni al Quirinale.