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Bimba di 13 mesi malata di Seu ricoverata d'urgenza: è grave

Ambulanza

Ricoverata d'urgenza all'ospedale pediatrico di Bari una bambina di 13 mesi affetta da Seu.

Una bambina di 13 mesi malata di Seu (Sindrome emolitica uremica) è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. La piccola è stata trasferita da Lucera, in provincia di Foggia, all’ospedale del capoluogo pugliese per poter essere sottoposta ad accertamenti e cure più specifiche: la situazione è subito apparsa molto critica. L’ipotesi infezione deriva dalla possibilità di aver contratto la patologia in seguito all’ingerimento di latte crudo da parte della piccola.

Cos’è la Seu?

La Sindrome emolitica uremica è una malattia acuta e rara che si presenta sotto forma di insufficienza renale unitamente ad anemia emolitica e a trombocitopenia. I reni della bambina non funzionerebbero correttamente: ciò comporta anche una diminuzione della concentrazione di globuli rossi nel sangue e un’assenza parziale di piastrine che dunque non permetterebbero la corretta coagulazione del sangue.

Nel 90% dei casi la malattia è causata da infezioni gastrointestinali causate da microorganismi batterici molto comuni quali l’escherichia coli e la shigella dysenteriae, nel restante 10% dei casi la malattia è causata da alterazioni congenite.

La malattia colpisce principalmente i bambini che si aggirano in un’età tra i due anni e l’adolescenza; il modo in cui all’inizio del decorso la Seu si palesa è diarrea e spesso viene quindi confusa con una serie di semplici disturbi alimentari. La mortalità legata alla sindrome si verifica nel circa 5/10% dei casi e quanti riescono a rimettersi dalla malattia sopravvivono di norma senza conseguenze di alcun tipo, solo una piccolissima parte dei malati svilupperà una malattia renale cronica.

Come si guarisce?

Per guarire dalla Seu è inutile ricorrere ad antibiotici: l’assunzione di quest’ultimi non è utile a debellare l’infezione, anzi la possibilità di sviluppare la Seu in forme ancora più gravi aumenterebbe perchè favorirebbero il rilascio da parte del batterio di un’ulteriore tossina. I pazienti sono di solito sottoposti ad un trattamento di plasmaferesi per separare il plasma sanguigno dagli elementi malati del sangue. Nei casi più gravi si è sottoposti a dialisi.

Misure preventive? Ci si può sottoporre ad un vaccino. Nel caso in cui non siate vaccinati è consigliato evitare di mangiare carne cruda o poco cotta, formaggi artigianali, frutta e verdura non disinfettata in modo da escludere la presenza di batteri che causano la malattia.

I casi precedenti

L’archivio della cronaca locale ci segnala un caso precedente molto analogo a quello che raccontiamo. Nel 2017 a contrarre la malattia era stato un bambino di 8 anni, originario di Cerignola (FG). Le condizioni del piccolo erano apparse gravi: dopo il primo ricovero presso l’azienda ospedaliera Casa del Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo fu trasportato d’urgenza all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari poichè le sue condizioni si aggravarono terribilmente. In quell’occasione l’ipotesi di contagio sosteneva la tesi di una sindrome contratta in vacanza. Il giovane prima delle degenza si trovava in Emilia Romagna con la famiglia: è lì che ha manifestato i primi sintomi della malattia.