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Boldrini e Lega: "la scuola non ha bisogno di crocifissi"

crocifissi nelle scuole opposizione

La proposta leghista mira a reintrodurre i crocifissi nelle scuole e in tutti gli uffici pubblici. Ma c'è chi si oppone all'affissione.

Una proposta di legge che introduca l’obbligo di esporre il simbolo della fede cristiana in tutti i pubblici uffici. Ricordate quella favola dell’Italia stato laico dove è costituzionalmente garantita la tutela della libertà religiosa? Beh scordatela. Tra gli obbiettivi del Carroccio al governo anche la proposta di legge che intende restituire alle pareti di ogni scuola, porto o tribunale, la santa croce che le spetterebbe di diritto. Con la promessa che “chiunque rimuova in odio ad esso l’emblema della Croce o del Crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende”, sia “punito con l’ammenda da 500 a 1.000 euro“. Una proposta controversa, che affonda le radici nella rivendicazione di un’identità nazionale e che ha trovato in alcuni esponenti politici e non una certa reticenza.

Uaar: “Liberiamo la scuola dai simboli”

Roberto Grendene, attivista dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti, sostiene la tesi secondo cui la presentazione di simili proposte e politiche clericali è il frutto di una maggioranza di governo ostile alla laicità, che non trova opposizione nelle controposte delle minoranze. L’attivista è anche autore di una campagna contro l’affissione dei crocifissi nei luoghi pubblici, lanciata proprio dall’Uaar in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico. “Il crocifisso è un simbolo di parte e affiggerlo in un luogo istituzionale, e nel luogo deputato all’istruzione pubblica in particolare, diventa un’azione istituzionale di esclusione”, ha spiegato in un’intervista a MicroMega.

Laura Boldrini contro la proposta

Dichiarazioni ufficiali dal mondo della politica sul tema erano arrivate, nel luglio 2018, dalla democratica Laura Boldrini. Così alla proposta di legge presentata dalla Lega ribatteva l‘ex presidente della Camera: “Un Governo che si rispetti dovrebbe innanzitutto dotare le scuole di insegnanti qualificati e adeguatamente retribuiti, di palestre agibili e, soprattutto, di edifici sicuri”. E non è la sola a pensarla così, la retrograda proposta ha incontrato le rimostranze dei molti che hanno espresso il loro dissenso attraverso i canali social. Su Twitter alcuni ironizzano: “A quando i roghi delle streghe?”, si chiede un utente. Mentre un docente spiega che “La laicità è un principio supremo dello Stato e la Scuola pubblica deve esserne il presidio fondamentale”. Insomma la deputata sembra averci visto giusto elencando quelle che secondo lei sono le priorità della scuola, di fatto però non prende una posizione in merito alla legittimità di una proposta di governo che imponga l’esposizione di simboli religiosi in uno stato che si dice laico.

La proposta della Lega: cosa prevede

La proposta di legge è stata presentata il 26 marzo alla Camera, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo parlamento, e vede come prima firmataria Barbara Saltamartini, seguita da Massimiliano Fedriga, Giuseppina Castiello, Paolo Grimoldi e Guido Guidesi. Nelle quattro pagine a firma leghista si propone l’esposizione del crocifisso “nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado e delle università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione, negli uffici delle pubbliche amministrazioni“, “negli uffici degli enti locali territoriali, nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, nei seggi elettorali, negli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, nelle stazioni e nelle autostazioni, nei porti e negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari italiane e negli uffici pubblici italiani all’estero”. Se questa non è ossessione.