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Bordighera, l'Asl presenta esposto e segnala Enrica Massone: si fingeva un medico

"In questi ospedali c'è il rischio di non essere curati bene o di morire" le parole di Scajola

"In questi ospedali c'è il rischio di non essere curati bene o di morire" le parole di Scajola

L’Asl, in queste ore, ha presentato un esposto e segnalato Enrica Massone, 56 anni, all’Ordine dei medici. La donna era in servizio nel punto di primo intervento del Saint Charles ma per lei nessuna specializzazione in Medicina.

La vicenda ha scatenato polemiche sulla sanità ligure, così come sull’impiego dei cosiddetti “gettonisti“.

In questi ospedali c’è il rischio di non essere curati bene o di morire“, con queste parole Claudio Scajola, ex ministro e attuale presidente della Provincia e sindaco di Imperia, commenta il caso del falso medico.

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Gvm e il personale poco numeroso

La donna, di origini torinesi, era stata assunta come medico dalla cooperativa romana Igea, per conto di Gvm Care & Research, gruppo ospedaliero privato. Gvm, non avendo abbastanza personale per coprire le esigenze del primo intervento, ha chiesto alla cooperativa di fornire professionisti.

Tra di loro c’era anche Enrica Massone che era già nota nel mondo delle truffe. Infatti nel 2009 era stata arrestata, e condannata, in Piemonte, per un giro di compravendite di permessi di soggiorno, truffando numerosi migranti.

Le parole di Giovanni Bruno

Giovanni Bruno, responsabile del dipartimento Governo Clinico e servizio, ha scoperto la falsa dottoressa. Ha notato lui la donna nel reparto e si è reso conto che sembrava non avere alcuna competenza.

Sono scattate quindi tutte le verifiche del caso ed è bastata una ricerca su internet per scoprire che la donna non era iscritta all’ordine dei Medici.

Sul personale sanitario in servizio nei nostri presidi ospedalieri e non solo effettuiamo periodicamente controlli. Accertamenti relativi alla documentazione presentata dai medici che lavorano nella nostra azienda o che sono forniti dalle cooperative mediche“, comunicano dalla Asl.

Non la prima inchiesta per quanto riguarda l’ospedale di Bordighera: infatti la procura indaga sul meccanismo che, un mese fa, ha portato una signora ad essere visitata da un urologo specializzato piuttosto che da un professionista in medicina d’urgenza.

La donna, dopo la visita, è stata rimandata a casa dove è morta dopo due giorni.

Arrivano i primo attacchi alla Regione sulla gestione degli ospedali da parte dei privati e sul ricorso a medici interinali, i gettonisti.

Pippo Rossetti, consigliere regionale dichiara: “Come è possibile che un’azienda privata abbia preso in gestione un ospedale pubblico senza essersi garantito il personale necessario, quali prestazioni ha senso dare e quali oggi sono pericolose? A Bordighera la Regione aveva promesso un pronto soccorso, l’assessorato alla Sanità e Alisa, l’Azienda regionale sanitaria, hanno aperto o no un’inchiesta sull’accaduto

Claudio Scajola commenta l’accaduto così: “È necessaria una riorganizzazione della rete con ospedali efficienti, in provincia di Imperia ci sono tre ospedali e 200mila abitanti, oltre a molti turisti, ma serve un piano preciso di gestione della sanità“.

Si attende una risposta dell’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola per chiarire la vicenda.

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