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Breaking Bad: una serie che tutti dovrebbero vedere

Breaking Bad: una serie che tutti dovrebbero vedere

Breaking Bad è una delle serie TV di maggior successo forse anche una delle più importanti del decennio Serie ancora molto amata dal pubblico, nonostante sia finita nel 2013. Nonostante siano passati quasi tre anni dalla sua conclusione, il passaparola continua in rete, e convince sempre più sp...

Breaking Bad è una delle serie TV di maggior successo forse anche una delle più importanti del decennio

Serie ancora molto amata dal pubblico, nonostante sia finita nel 2013. Nonostante siano passati quasi tre anni dalla sua conclusione, il passaparola continua in rete, e convince sempre più spettatori ad avvicinarsi all’opera prima di Vince Gilligan.

Una serie che non può mancare come argomento di discussione tra gli appassionati.. e spesso citata per meriti di eccellenza e lode.

L’epopea di Walter White ha segnato indelebilmente non solo la televisione ma anche la cultura di massa di questo decennio. Il tutto per un mix di scelte registiche e narrative particolarmente ben riuscite, che hanno conquistato il pubblico proponendo forse per la prima volta il giusto equilibrio fra lavoro autoriale e l’ intrattenimento per tutti.

La serie è il racconto di una ascesa criminale, che non è esattamente una novità per la televisione (lo si era già visto ne I Soprano o anche in Weeds), ma come sempre a fare la differenza è stato come la storia viene raccontata, la narrazione. In questo caso è la storia del dolce e impacciato professore di chimica, il professor Walter White, che appena compiuti 50 anni scopre di essere affetto da un tumore polmonare al limite della operabilità.

Per pagarsi le cure dovrebbe spendere più soldi di quanti ne guadagnerebbe in una normale vita lavorativa, ma l’incontro casuale con il suo ex allievo Jesse Pinkman, che nel frattempo era uno spacciatore, gli offre la possibilità di mettersi in salvo, usando le sue conoscenze scientifiche per produrre una nuova, purissima forma di metanfetamina.

Ma si sa, il denaro corrompe tutti, senza eccezioni. La malattia infatti diventa il pretesto per una vicenda più complicata e sfaccettata: il personaggio interpretato da Bryan Cranston vede la sua doppia vita criminale come una vera rivalsa sociale, contro gli ex colleghi che hanno fatto una brillante carriera a sue spese e contro la sua stessa famiglia, che lo considera una nullità. La sua arguzia e le sue capacità diventano le uniche armi di cui dispone per avere la meglio sui nemici. Non è quindi tanto difficile immaginare il crescente desiderio di onnipotenza di quest’uomo, specie dopo aver vinto numerose battaglie contro criminali da strada e signori della droga.

L’intera serie può quindi essere vista come un percorso di crescita inverso, che porta alla graduale perdita dei tabù morali di Walter, il quale si trasforma prima in un antieroe e infine nel vero antagonista della storia. Ma ormai abituato a parteggiare per lui, per lo spettatore diventa difficile distaccarsene, nonostante sia ben chiaro che mostro sia diventato. Breaking Bad è una storia di cambiamenti chimici della materia e soprattutto dell’essere umano (come del resto il professore ci racconta all’inizio), dove la vita è vista come un continuo ciclo di crescita, decadimento e infine trasformazione.

Le vicende ruotano così quasi sempre attorno al protagonista, ma viene dato spazio anche ad altri personaggi, come il già citato Pinkman. Il percorso di quest’ultimo è esattamente l’opposto a quello di Walter, perché più si macchia le mani di sangue più cerca di allontanarsi dal mondo della criminalità, anche se il prezzo da pagare sarà sempre troppo alto per lui. Il rapporto che si crea con il suo maestro sarà sempre centrale in tutte le vicende, e spesso delinea in maniera definitiva il corso degli eventi.

Altro personaggio da ricordare è Hank, cognato del protagonista e agente della DEA, il quale indaga sin da subito sulla scia criminale del parente, senza però rendersi conto chi ci sia dietro. Inizialmente mostrato come un goliardico spaccone, la tragica spirale di violenza in cui rimane invischiato lo porterà a mostrare allo spettatore la sua determinazione ma anche la sua fragilità interiore.

La vera autorialità dello show risiede nella componente visiva e registica, con inusuali riprese dal punto di vista degli oggetti di scena, ma principalmente con un forte simbolismo utilizzato lungo le cinque stagioni. La storia si evolve principalmente grazie all’utilizzo di particolari oggetti che rappresentano appieno lo stadio della trasformazione di Walter White nel suo alter ego Heisenberg, e la bravura dell’attore sta proprio nel saper interpretare e rappresentare le sfaccettature del personaggio in relazione a ciò che lo circonda, grazie ad una mimica facciale e una fisicità che fanno quasi paura. Non a caso Bryan Cranston ha vinto per sei anni di fila l’Emmy Award per questa interpretazione magistrale.

Breaking Bad è anche una serie che non ha mai sbagliato un colpo nella sceneggiatura. Tutto risulta credibile e approfondito fin nei minimi dettagli, e il tono e ritmo dell’azione continuano a crescere fino al finale, che chiude definitivamente la storia narrata in maniera dignitosa, con il tempo e la precisione giusti per evitare l’effetto di ripetizione e di eccesso.

Se siete fra quelli che non hanno ancora gustato questo piatto prelibato della serialità moderna, vi consiglio di rimediare immediatamente. Lo potete fare ora che la serie completa è stata resa disponibile su Netflix, accompagnata dal suo altrettanto valido spin-off e prequel Better Call Saul.

Circa vent’anni prima che ottenesse il ruolo di Walter White, Bryan Cranston ha fatto parte dei.. Power Rangers! Qui di seguito potete sentirlo prestare la voce al cattivo Twin Man.

Se non ci fosse stato sciopero degli sceneggiatori avvenuto nel 2007/2008, il personaggio di Jesse sarebbe stato ucciso. Il creatore dello show Vince Gilligan e gli altri autori stavano pianificando di uccidere Jesse nel nono episodio della prima stagione, ma grazie allo sciopero questo episodio non è mai stato fatto, e alla fine sono giunti alla conclusione che Jesse era un personaggio troppo prezioso.

Il trucco e il team degli effetti visivi di un altro show campione della AMC, The Walking Dead, è stato chiamato in causa per aiutare con la scena dell’episodio della quarta stagione “Face Off”, durante il quale metà del viso di Gus viene completamente dilaniato.

Mentre Walter guida per tornare in New Mexico nell’ultimo episodio, ascolta la canzone intitolata “El Paso” di Marty Robbins. Il brano racconta la storia di un uomo che torna nella città in cui è ricercato per trovare la donna che ama: Felina. Ed è da lì che l’episodio ha preso il suo titolo.