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Caso Regeni, Salvini "Priorità al rapporto con l'Egitto"

Salvini su Regeni e l'Egitto

I buoni rapporti con l'Egitto vengono prima della verità per Giulio Regeni: questa la dichiarazione del ministro dell'Interno.

Fa discutere l’affermazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano morto in Egitto in circostanze ancora da chiarire. Il leader della Lega dichiara di comprendere il dolore della famiglia “ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto“. Il governo se ne lava le mani davanti a morti come Giulio e ad Amal Fathy, la moglie del consulente legale egiziano della famiglia Regeni, imprigionata settimane fa.

Il caso Regeni

È al Ministero dell’Interno da poco, ma Matteo Salvini ha già rilasciato dichiarazioni e preso decisioni in grado di dividere l’opinione pubblica e di provocare, accanto a un grande consenso, anche indignazione e forte dissenso. Dopo la chiusura dei porti davanti alla nave Aquarius, ecco le dichiarazioni sul caso Giulio Regeni. Quello del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto in circostanze mai chiarite dal governo egiziano è uno dei casi che ha più colpito le coscienze degli italiani. La giovane età del ricercatore e la sua totale estraneità alle complicate vicende politiche, nazionali e internazionali, lo hanno reso vittima innocente di qualcosa più grande di lui.

La famiglia chiede risposte. Le chiede dal febbraio 2016 e, più di due anni dopo, non le ha ancora ottenute. Probabilmente ha ritrovato la speranza quando ha incontrato il nuovo presidente della Camera, Roberto Fico, e Giampaolo Cantini, l’ambasciatore italiano al Cairo. Fico ha chiesto all’ambasciatore di lavorare con grande impegno sul caso Regeni, fornendogli elementi cruciali per le indagini in Egitto.

Le parole di Salvini

Ma il nuovo governo fa ora un passo indietro, cancellando l’impegno e scaricando ogni responsabilità dell’indagine proprio sulla famiglia di Giulio. A dirlo è Matteo Salvini. Il neo ministro dell’Interno ha dichiarato che quello di Regeni è un caso che riguarda solo i suoi familiari, non l’Italia intera: saranno loro a chiedere di portare avanti le indagini, se lo desiderano. Come ministro, Salvini ha posto sui piatti della bilancia la verità per Giulio e gli interessi internazionali che legano l’Italia all’Egitto: è evidentemente il secondo a pesare di più.

“Comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto“, queste le parole di Salvini.

Forse Salvini non ricorda che nel 2016, solo due anni fa, la sua posizione sull’omicidio Regeni era ben diversa. Davanti alla resistenza dell’Egitto a collaborare per la risoluzione del caso, quello che allora era solo il leader della Lega aveva dichiarato: “Il comportamento dell’Egitto è una farsa, l’Italia dovrebbe mostrare gli attributi”. Dalla sua poltrona di ministro, nel 2018, la vicenda gli appare ben diversa.

Free Amal Fathy

Nel frattempo, in Egitto la situazione si complica ulteriormente. Settimane fa Amal Fathy è stata arrestata. Si tratta della moglie di Mohammed Lotfy, il consulente legale del Cairo che sta aiutando la famiglia di Giulio nella ricerca della verità. La donna è stata incarcerata per “accuse gravissime e assolutamente non provate“, ha dichiarato Amnesty International. L’associazione umanitaria ha duramente condannato le parole di Salvini e la sua politica a sostegno di “un Regime dove ogni giorno spariscono due persone, proprio com’è accaduto a Giulio, e dove tengono in carcere persone come Amal Fathy”.

Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, chiedono l’aiuto di tutti e ringraziano il sostegno di tutti coloro che, ogni giorno, si battono per la loro causa.