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Cavo d'acciaio in strada, 24enne resta in carcere: "Non ho pensato che qualcuno poteva morire"

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Si è pentito il 24enne che nella notte tra il 3 ed il 4 gennaio ha teso un cavo d'acciaio in strada. Resta in carcere con l'accusa di blocco stradale

Mentre prosegue la ricerca dei due complici (uno è stato identificato) responsabili di un gesto che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze, dal carcere nel quale è detenuto, il 24enne responsabile di aver con loro teso un cavo d’acciaio in mezzo ad una strada milanese si è pentito. L’uomo, nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, ha spiegato che si trattava di “un gioco senza regole”, aggiungendo di non aver pensato che il gesto avrebbe potuto fare del male a qualcuno. “Mi sono rappresentato i danni che poteva determinare il filo che io stesso avevo contribuito a stendere. Non ho pensato che qualcuno poteva morire”, ha aggiunto “solo in cella ho riflettuto e capito che qualcuno poteva morire”, spiegando di aver fagtto il tutto in una serata, la notte tra il 3 ed il 4 gennaio in viale Toscana, in cui lui e i complici erano “ubriachi”. E di aver capito solo in seguito “che poteva fare danni”.

Cavo d’acciaio in strada, le dichiarazioni del 24enne

Per il 24enne è stato confermato, in data 6 gennaio, l’arresto mediante ordinanza di convalida e di applicazione della misura cautelare ma è stata mutata l’accusa, inizialmente di strage e attentato alla sicurezza dei trasporti poi rivista in ‘blocco stradale’. Da parte del gip Domenico Santoro è stato inoltre disposto che venga trasmessa con urgenza, da parte della direzione del carcere una relazione sanitaria “approfondita e dettagliata” che “descriva le condizioni di salute psico-fisica” del 24enne. La condotta dei tre responsabili è stata descritta dal giudice come “scellerata”. Sembra inoltre che il giovane abbia una serie di cure psichiatriche ed almeno un ricovero alle spalle, oltre a problemi legati alla tossicodipendenza; sarebbe in cura al San Paolo come riferito dal giovane stesso ma da un paio di mesi avrebbe smesso di assumere le terapie.

Stando alla ricostruzione dei fatti almeno un veicolo avrebbe riportato danni urtando il cavo di acciaio. Il 24enne ha spiegato di aver sentito un boato, conseguenza del fatto che una Fiat Panda avrebbe impattato contro di esso rompendolo. E ha aggiunto: “Mi sono pentito perché sarei dovuto tornare indietro a soccorrere l’automobilista”. Il ragazzo ha poi aggiunto che il cavo è stato trovato in zona Ripamonti, prelevandolo da un cantiere. “Abbiamo trovato questa bobina e abbiamo iniziato a giocare a fare il salto della corda. Eravamo ubriachi, a qualcuno, non mi ricordo chi, è venuta questa idea stupida di legare la corda da un lato all’altro della strada”.