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Il CBD della cannabis light inserito tra le droghe: la polemica e i rischi economici

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Il provvedimento "a sorpresa" rischia di rovinare una intera economia

“Un decreto a sorpresa”. Così definisce l’Aduc il provvedimento del ministero della Salute che ha inserito il CBD della cannabis light tra le sostanze stupefacenti.

Per il ministero il CBD della cannabis light è una droga

L’estratto CBD della cannabis è stato inserito nella tabella ministeriale delle sostanze stupefacenti. Il decreto sancisce di fatto l’illegalità di ogni uso non farmacologico degli estratti di cannabis.

Dunque, potrebbero essere vietati gli utilizzi ammessi dalla normativa italiana ed europea di canapa industriale, come appunto il CBD per la preparazione di alimenti.

A oggi, i prodotti a base di una quantità minima di CBD (che è ben diverso dall’estratto THC della cannabis dagli effetti stupefacenti e psicotropi) sono acquistabili anche negli shop e distributori di cannabis light, ma anche nelle erboristerie e nei tabaccai, per favorire il rilassamento, diminuire l’ansia e lenire i dolori.

Anche il settore cosmetico utilizza il CBD per la produzione di numerose creme e sostanze per il corpo.

Si potrà fumare la cannabis light?

L’obiettivo del ministero è quello di regolamentare il CBD inserendolo come farmaco a tutti gli effetti per la cura di malattie, tra cui l’epilessia. Ma l’ultimo provvedimento potrebbe aprire la strada al divieto di vendita di prodotti non farmaceutici. Inoltre, anche le infiorescenze della cannabis leggera potrebbero essere vietate.

La cannabis light da fumare, senza THC, sarà ancora acquistabile, ma forse non per molto. Quella che definiamo cannabis legale a breve potrebbe non esserla più, col rischio di danneggiare il settore agricolo delle coltivazioni, vendite e produzione di prodotti di cannabis light.

Cannabis light, un settore economico a rischio: le prime critiche

È per questo che si sono già innescate le prime polemiche. Federcanapa insorge: “Il ministero della Salute ha riesumato un assurdo provvedimento sulla canapa emesso 3 anni fa dall’allora ministro Speranza. Tanto assurdo che decise di sospenderlo a meno di un mese dalla sua emanazione”.

“Una dichiarazione sorprendente – aggiunge la Federazione Italiana Canapa – dal momento che il CBD non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020. La decisione del ministero è tanto più illogica in quanto non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al Cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è destinata a danneggiare unicamente i produttori nazionali”.

Piovono critiche anche dai radicali e dall’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori). Giacomo Bulleri dell’Aduc fa luce sui rischi di questa decisione: “Tutto ciò che contiene CBD, ed è ad uso orale e non cosmetico sarà appannaggio delle aziende farmaceutiche”, osserva. Bulleri suggerisce al governo di “inserire delle soglie nel decreto e specificare, ad esempio, che sotto al 10% di concentrazione sia considerato come un integratore”.