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Chat Telegram "Basta dittatura", il pm di Torino chiede l'oscuramento del gruppo dei no vax

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Il pm di Torino ha chiesto l'oscuramento della chat Telegram "Basta dittatura", gruppo di no vax e no green pass.

Il pm di Torino ha chiesto l’oscuramento della chat Telegram “Basta dittatura”, gruppo di no vax e no green pass. Sul gruppo si scambiavano comunicazioni, ma erano riusciti anche a recuperare numeri di telefono di virologi e politici. 

Chat Telegram “Basta dittatura”, chiesto oscuramento dal pm di Torino

La procura di Torino ha emesso un decreto di sequestro della chat Telegram “Basta dittatura”, uno degli strumenti di comunicazione di alcuni gruppi di no vax e no green pass. Per il momento, dalla struttura legale del social network, non è ancora arrivata una risposta ufficiale. Nei prossimi giorni potrebbe essere avviata una rogatoria internazionale. La chat in questione è quella che, tr i vari riferimenti, ha pubblicato tutti i numeri di telefono di Palazzo Chigi, dall’ufficio per la Comunicazione a quello del programma di governo. Sono stati pubblicati anche numerosi numeri di telefono di noti virologi e politici

Chat Telegram “Basta dittatura”: le motivazioni della richiesta 

La procura di Torino ha chiesto alla società di messaggistica istantanea di chiudere le chat come “Basta dittatura” in cui sono apparse diverse minacce di persone contrarie ai vaccini e al green pass. Per il momento non è arrivata nessuna risposta. I canali che dovrebbero essere oscurati sono ancora aperti e attivi. La procura ha spiegato le motivazioni della richiesta, ovvero le tante minacce e la diffusione dei dati privati. Si tratta di elementi che rientrano nell’accusa di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e diffusione illecita di dati personali su larga scala. 

Chat Telegram “Basta dittatura”: la strada della rogatoria internazionale

Se nei prossimi giorni la richiesta della procura non dovesse ricevere risposta, l’unica strada sarà quella della rogatoria internazionale. Si tratta di una procedura che richiede tempi lunghi. In queste situazioni è la piattaforma a valutare le richieste delle autorità e stabilire se sono state violate le regole della privacy e della sicurezza. Gli investigatori stanno analizzando le chat per cercare elementi che possano aiutarli ad identificare chi si è reso responsabile di reati. Si tratta di un lavoro complicato.