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Covid, un focolaio in Israele spiega come il virus si diffonde

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Covid, un focolaio in Israele spiega come il virus si diffonde: un paziente in dialisi contagia 41 persone di cui la più parte è vaccinata da cinque mesi

Covid e precauzioni che devono fare sempre il paio con i vaccini, un focolaio in Israele spiega come il virus si diffonde. Lo spiega uno studio della rivista Eurosurveillance su un cluster che si è verificato a luglio in un ospedale. La rivista europea sulla sorveglianza, l’epidemiologia , la prevenzione e il controllo delle malattie infettive ha redatto un report su come a volte mascherine e vaccini non siano la “diga definitiva” per arginare il virus.

Covid, un focolaio in Israele al Meir Medical Center svela la “debolezza”

Teatro del focolaio il Meir Medical Center, dove un anziano paziente in dialisi, non testato per Covid al suo ingresso, ma poi risultato positivo, ha contagiato altre 41 persone. Fra esse vi reano pazienti, personale che indossava la mascherina e congiunti dei pazienti stessi. Dei contagiati 39, pari al 96%, erano completamente vaccinati da oltre cinque mesi.

Un focolaio Covid in Israele a luglio spiega quanto sia importante il vaccino

Ma allora cosa significa? Non certo che i vaccini non funzionano. Lo spiega bene il report: a soffrire di più sono stati i pazienti anziani, ospedalizzati e con malattie pregresse. Dal canto loro i contagiati più giovani sono rimasti per lo più asintomatici. Ed è il motivo per cui la terza dose di vaccino Covid diventa fattore di estrema utilità per la protezione dei pazienti fragili.

Fattore aria: ecco come un focolaio Covid in Israele ha evidenziato la sua importanza

Poi c’è un altro motivo: negli ambienti più a rischio, la gestione dell’aria andrebbe effettuata con una ventilazione meccanica forzata efficiente. Le mascherine poi andrebbero sempre indossate anche tra pazienti ricoverati nella stessa stanza: il sunto è che il virus ha diffusione aerea e dove ci sono spazi comuni la sua propagazione non è affatto arginata al 100%.