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Chiede elemosina davanti la pasticceria per 3 anni: assunto

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Dopo aver fatto l'elemosina all'ingresso di una rinomata pasticceria di Firenze per 3 anni, un immigrato senegalese è stato assunto.

“Da oggi (1 novembre 2018, ndr) Noè è ufficialmente un nostro collaboratore. Dopo 3 anni di accendini e calzini sul nostro ingresso si è meritato un posto al coperto. Benvenuto” annuncia su Facebook Simone Bartolini, il titolare di “Bottega di Pasticceria”, sul Lungarno Ferrucci, a Firenze. Moussa “Noé” Ndoye ha 29 anni ed è originario del Senegal. E’ arrivato in Italia circa tre anni fa e per sopravvivere ha cominciato a fare l’ambulante.

“Adottato” dalla pasticceria

“Compravo tutto nei negozi cinesi” racconta Noé al Corriere Fiorentino. Da Pontedera ogni mattina prendeva un treno per arrivare a Firenze, anche se ammette che non ha mai pagato il biglietto. Vendendo accendini, braccialetti e fazzoletti incassava al giorno meno di 10 euro ed il biglietto di andata e ritorno ne costa diciotto. Con quei soldi Noè oltre che mangiare doveva pagare l’affitto della stanza della casa che condivide con sette senegalesi, più le bollette.

“Nei primi tre mesi ho fatto l’elemosina al bar Pappagallo. – ricorda il 29enne – È un lavoro difficile, umiliante, ti vergogni a chiedere soldi alla gente”. Poi nel gennaio 2016 ha aperto il locale dello chef Simone Bartolini. “Venne qui e disse al titolare che questa era la pasticceria più bella che avesse mai visto così si è guadagnato la simpatia del principale” racconta a La Nazionae Federica Giuliano, dipendente della Bottega.

Titolare, dipendenti e clienti hanno subito accolto con calore Moussa, perché molto educato e disponibile con tutti. “E’ sempre stato uno di noi, è parte integrante di questo posto e appena ha avuto i documenti necessari per poter lavorare è entrato a far parte dell’organico” precisa Bartolini. Ora che è arrivata l’assunzione, Noé lavora come tutto fare nella pasticceria sul Lungarno Ferrucci, in attesa di un’apertura anche in via Masaccio.