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'Ndrangheta, piccolo Cocò bruciato: nuove intercettazioni

cocò campolongo

Il pm Vincenzo Luperto ha chiesto al giudice di inserire nuove intercettazioni e nuovi testimoni nel caso riguardante la morte del piccolo Cocò.

Cinque sono gli anni trascorsi dalla tragedia che ha visto la morte del piccolo Cocò Campolongo. Aveva solo 3 anni quando venne ucciso il 16 gennaio 2014 a colpi di pistola per poi essere brutalmente bruciato. La morte del bimbo, insieme a quella del nonno e della sua compagna, ha lasciato più ombre che luci: le indagini sul massacro, infatti, non sono ancora terminate. Nella giornata del 20 novembre 2018, infatti, il pubblico ministero e procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luperto, ha chiesto di introdurre a processo nuove prove. Nell’udienza finale del processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Cosenza, il pm ha proposto di inserire agli atti alcune intercettazioni spuntate recentemente. Non solo le intercettazioni, anche due carabinieri sono stati aggiunti alla lista dei testimoni da interrogare.

Il giudice ha accettato le richieste dell’accusa: “Le richieste sono ammissibili, non costituiscono nessuna problematica relativa ai tempi processuali ed è consentito ai sensi del nostro codice di procedura penale fare degli approfondimenti istruttori“. Queste le parole del magistrato che sovrintende il processo. Il vero obiettivo del pm Luperto è quello di indagare più approfonditamente su un presunto tentativo di ostacolare le indagini da parte di una testimone. La donna in questione riferì di aver ricevuto un messaggio dalla compagna del nonno di Cocò, morta nell’assalto, il 16 gennaio 2014 poco prima dell’attacco. In realtà, secondo Luperto, il messaggio arrivò il 17 gennaio e quindi il giorno successivo agli omicidi. Il cellulare è stato probabilmente distrutto, poiché non è mai stato trovato.