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Yara Gambirasio, Cassazione: "Dna "ignoto 1" è di Bossetti"

omicidio yara

Ci sarebbe "piena coincidenza identificativa tra il profilo genetico di Ignoto 1 e Bossetti", così ha dichiarato la Cassazione

Quindici ore per confermare che Massimo Bossetti resterà in carcere a vita. Quindici ore per ribadire che l’assassino di Yara Gambirasio è proprio lui. Così ha decretato l’ultima sentenza che stabilisce l’ergastolo per l’imputato di Brembate. Dopo aver ascoltato la decisione presa dalla Corte d’Assise d’appello, Bossetti era uscito in lacrime. In un lungo pianto anche Marita Comi, la moglie, che lo aveva poi raggiunto in una saletta dietro la cella di sicurezza. “Abbiamo assistito alla sconfitta del diritto, il ricorso in Cassazione è scontato”, era stato il commento a caldo dell’avvocato Claudio Salvagni. Enrico Pelillo, avvocato della famiglia Gambirasio, aveva replicato: “Giustizia è fatta, le carte processuali dicono che la sentenza andava confermata”.

La Cassazione è tornata sulla questione, confermando le motivazioni della sentenza.

“Dna “ignoto 1″ è di Bossetti”

Bossetti era stato arrestato il 14 giugno del 2014 nel cantiere in cui lavorava a Dalmine. Secondo l’accusa, gli elementi contro di lui erano granitici e la sentenza di primo grado era stata “ineccepibile”. Dalla prova del Dna era arrivata “l’assoluta certezza della sua responsabilità”. La Cassazione nella motivazioni della sentenza a Massimo Bossetti è tornata sulla questione, sottolineando che l’evidenza scientifica ha “valore di prova piena”.

“Numerose e varie analisi biologiche effettuate da diversi laboratori hanno messo in evidenza la piena coincidenza identificativa tra il profilo genetico di Ignoto 1, rinvenuto sulla mutandine della vittima, e quelle dell’imputato“, così ha scritto la Cassazione.