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Calabria, incendio in una tendopoli: morto un migrante

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Un rogo è divampato nella tendopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, dove vivono centinaia di extracomunitari. Uno di loro è morto

Tanti i migranti che recentemente sono stati accolti nella nuova struttura di San Ferdinando, in Calabria. Tutto era in ordine, pulito. I volontari della Protezione civile accompagnavano gentilmente alla grande tenda blu i nuovi arrivati. Ben altra cosa rispetto al degrado e ai rischi della vecchia tendopoli che da oltre cinque anni ospita i lavoratori migranti di Rosarno e degli altri paesi della Piana di Gioia Tauro. “Nella vecchia tendopoli alcuni hanno una forza intimidatrice. Noi operiamo a tutela dei più deboli. Vogliamo riportare nella legalità certi comportamenti. Non voglio pensare che chi si oppone al trasferimento dei migranti voglia che essi continuino a vivere in condizioni igienico sanitari assurde”. Così aveva duramente sentenziato il prefetto Michele di Bari.

Proprio in quella tendopoli che, un anno addietro, si preparava ad accogliere nuovi migranti, è divampato un rogo che ha causato una vittima. E’ successo nella notte tra sabato 1 e domenica 2 dicembre 2018.

Incendio nella tendopoli di San Ferdinando

Un migrante proveniente dal Gambia è morto in un incendio sviluppatosi nella tendopoli della piana di Gioia Tauro, dove vivono centinaia di extracomunitari. Due baracche sono andate distrutte. Stando a una prima ricostruzione resa nota dagli agenti sopraggiunti sul posto, il rogo si sarebbe sviluppato da un fuoco acceso in una delle baracche da qualcuno tra i migranti per riscaldarsi dal freddo della notte. L’uomo, di cui per il momento resta ignota l’identità, è morto carbonizzato. Probabilmente, secondo i soccorritori, l’uomo stava dormendo in una delle due baracche distrutte dal fuoco e non si sarebbe accorto delle fiamme che divampavano. Il rogo è stato spento dai vigili del fuoco che stazionano nella zona e dagli stessi migranti. Sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia e guardia di finanza.

Non è la prima volta che un incendio divampa nella tendopoli di San Ferdinando. Il 27 gennaio 2017, un rogo, molto più vasto e in quel caso doloso, distrusse circa 200 baracche e provocò la morte di una ventiseienne nigeriana, Becky Moses, e l’ustione grave di un’altra donna di un anno più grande. La giovane vittima era arrivata a San Ferdinando da pochi giorni e prima era inserita nei progetti Sprar attivati nel Comune di Riace guidato dal sindaco Domenico Lucano.

Pochi mesi dopo quell’incendio, ad aprile, la polizia arrestò una connazionale di 47 anni con l’accusa di essere la mandante del rogo. Secondo l’accusa, la donna avrebbe commissionato l’incendio ad alcuni compaesani. Quest’ultimi, dietro pagamento di una somma di denaro, avrebbero dovuto vendicarsi di una venticinquenne che la donna nigeriana sospettava avere una relazione col suo ex convivente. Altri incendi si erano sviluppati nella tendopoli nel dicembre 2017 e nel luglio 2017, senza provocare vittime.