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Contagiò due donne con virus dell'Hiv: condannato a 16 anni e 8 mesi

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L'imputato, affetto da Hiv da dieci anni, intratteneva regolarmente rapporti sessuali senza protezioni, nascondendo la sua malattia alle vittime.

Claudio Pinti, 35enne ex autotrasportatore di Montecarotto, in provincia di Ancona, è stato condannato a 16 anni e otto mesi di carcere con l’accusa di lesioni gravissime e omicidio volontario. Secondo l’accusa avrebbe consapevolmente trasmesso l’Hiv all’allora compagna, morta poi nel giugno del 2017, e un’altra donna, una 40enne con cui aveva avuto una relazione. Una sentenza che è stata emessa con rito abbreviato da gup Paola Moscaroli, a seguito di un’inchiesta dai risvolti inquietanti. La difesa dell’imputato, detenuto ricoverato in ospedale e scortato dagli agenti della penitenziaria in aula, starebbe valutando il ricorso in appello.

L’inchiesta

A quanto ricostruito, Pinti era positivo all’Hiv da una decina di anni e intratteneva regolarmente rapporti sessuali senza protezione. Secondo alcune stime, riportate dal Corriere.it, le vittime potenziali del contagio potrebbero essere 228. L’inchiesta era scattata a seguito della denuncia della 40enne, che l’imputato aveva frequentato dopo la morte della compagna. Messo alle strette dalla donna, Pinti ha sempre negato la sua malattia: “Una volta ero sieropositivo ma poi ho rifatto gli esami e non è risultato più niente. L’Hiv non esiste, è una balla, sono i farmaci che ti ammazzano“. Sarebbe stata questa la sua giustificazione, riportata agli inquirenti dalla stessa vittima nel corso delle indagini. Anche in aula, durante le udienze, tramite i suoi legali, l’imputato ha continuato a sostenere la sua innocenza contro ogni evidenza scientifica.

Le richieste di risarcimento

Le richieste di risarcimento avanzate dalle varie parti offese passano i 7 milioni euro. Ora il giudice ha riconosciuto complessivamente 525mila euro di provvisionali di risarcimento. Una prima cifra la cui quantificazione completa arriverà in sede civile. Per il momento, 50mila sono stati concessi all’ex fidanzata le cui denunce fecero scattare le indagini della Squadra Mobile di Ancona, chiuse nel giugno del 2018 con l’arresto di Pinti. Stessa cifra è stata attribuita al figlio di lei e ai genitori. Mentre ai familiari – padre, madre e figlia – della compagna deceduta per una patologia legata all’Hiv, il gup ha “assegnato” 100mila euro a testa, in aggiunta ai 25mila riconosciuti alla sorella.