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Davide, il bimbo con due mamme: reso fantasma dall'Anagrafe

Davide, il bimbo fantasma ora ha una carta d'identità

"Comune, ministero dell'Interno e Avvocatura dello Stato sanno che siamo famiglie felici. Cercano di toglierci l'unica cosa che rimane: la serenità".

Non avere diritti, non avere una residenza, esistere eppure essere un fantasma. Questo è quanto accaduto a Davide, figlio di due madri, nato fuori dalla provincia di Trento e reso burocraticamente “inesistente” dal comune di Rovereto. Il piccolo nasce a ottobre, da due donne: una di queste madre partoriente. Nel piccolo comune di nascita si emana l’atto che riconosce entrambe come genitori: nel comune di residenza delle due però (Rovereto ndr), non esiste alcun atto di nascita a nome del bimbo. Di fatto per la cittadina nella provincia di Trento le due non sono una famiglia, Davide non ha genitori, non ha una carta d’identità, Davide non esiste. L’incidente è tutto amministrativo. Il comune di residenza avrebbe dovuto registrare il nascituro all’anagrafe come figlio della coppia, ma non solo non lo ha riconosciuto ma ha anche rifiutato la potestà della madre partoriente.

Davide non è un fantasma

Prende quindi il via l’iter giudiziario, fatto di ricorsi, di avvocati e di giudici, questi ultimi hanno chiarito un punto fondamentale: non è possibile che una persona abbia una famiglia e un’identità in un Comune italiano e tutt’altra in un altro. “Un soggetto non può avere status diversi nell’ambito del territorio nazionale” di conseguenza è competenza esclusiva del Pubblico Ministero mettere in discussione gli atti. Davide, senza un documento, non può viaggiare, la sua famiglia non può portarlo con sè in albergo, non può iscriverlo al nido, non può richiedere la maternità all’Inps. Dal Tribunale di Rovereto si afferma che le due madri sono state registrate correttamente “il diritto alla bigenitorialità e al mantenimento dello status di figlio deve essere quindi riferito alla coppia genitoriale, qualunque essa sia”. La vicenda si è conclusa. Per circa sette mesi il comune ha reso il neonato un fantasma, e questo è stato solo l’effetto di un’amministrazione che non ha seguito il principio secondo cui “un Comune deve rispettare un atto di stato civile emesso in un altro Comune, o sarebbe minata la coerenza del sistema”. Davide ha finalmente la sua carta d’identità.

Le donne hanno commentato “potevamo immaginare che il Sindaco di Rovereto potesse obiettare al riconoscimento della co-madre, non essendo mai stato vicino a famiglie come le nostre, ma mai avremmo immaginato che si arrivasse a negare a nostro figlio anche la madre che lo ha portato in grembo. Comune, ministero dell’Interno e Avvocatura dello Stato sanno che siamo famiglie felici e cercano di toglierci l’unica cosa che ci rimane: la serenità”. Adesso, si valuta la richiesta di risarcimento nei confronti della famiglia di Davide.