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Migranti, la Sea Watch chiede l'intervento della Corte di Strasburgo

Sea Watch Corte di Strasburgo

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiesto chiarimenti alla Ong tedesca e al governo italiano.

Sono passati ormai 12 giorni da quando la Sea Watch 3 è giunta al largo di Lampedusa, dove si trova ancora in attesa dell’autorizzazione allo sbarco da parte delle autorità italiane. Ma, davanti ai respingimenti e alla politica dei porti chiusi di Matteo Salvini, l’Ong ha scelto di rivolgersi direttamente alla Corte di Strasburgo. La notizia, riporta l’Ansa, è stata diffusa dalla stessa Corte, che ha dichiarato di aver ricevuto una richiesta di intervento da parte della nave. Per decidere come procedere in questa delicata vicenda, i giudici hanno rivolto una serie di interrogativi tanto al personale dell’Organizzazione non governativa quanto al governo italiano.

Strasburgo chiede chiarimenti

Al momento si tratta di una richiesta di “misure provvisorie” da parte della Sea Watch, si apprende dal Corriere della Sera. Ma l’esecutivo Conte è chiamato a rispondere urgentemente alla richiesta di chiarimenti da parte di Strasburgo. Entro il pomeriggio di lunedì 24 giugno entrambe le parti coinvolte dovranno far pervenire la propria risposta. Solo allora la Corte europea dei diritti dell’uomo potrebbe decidere di chiedere a Roma di adottare “misure urgenti” per “impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani”.

Salvini: “L’Olanda è responsabile”

Lo stallo della Sea Watch 3 al largo delle coste di Lampedusa è il frutto dell’ennesimo braccio di ferro tra Salvini e le Ong, descritte dal ministro dell’Interno come associazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. Il vicepremier ha negato lo sbarco sulla base di quanto previsto dal decreto Sicurezza bis e ha contattato Kajsa Ollongren, il ministro dell’Interno dell’Olanda, Paese di cui la nave della Ong tedesca porta la bandiera. “Ho scritto personalmente al mio collega olandese”, ha fatto sapere Salvini. “Sono incredulo, perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il governo olandese e l’Ue, assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo”.