> > Sea Watch, i finanzieri contro la liberazione di Carola: "Poteva ucciderci"

Sea Watch, i finanzieri contro la liberazione di Carola: "Poteva ucciderci"

Finanzieri contro carola rackete

"La vita di un militare della Guardia di Finanza non può valere meno degli altri esseri umani".

Nella giornata che deciderà la sorte della capitana Carola Rackete, in bilico tra i domiciliari e l’ipotesi scarcerazione, gli agenti della Guardia di Finanza alzano la voce contro la liberazione della comandante responsabile dello speronamento della motovedetta dei finanzieri nel porto di Lampedusa. “Basta chiedere la sua liberazione“, tuona Giovanni Cutrupi, delegato Cocer delle Fiamme Gialle, citato dal Secolo d’Italia.

Le proteste della Guardia di Finanza

Mentre tutta Europa discute di cosa pesi di più sul piatto della bilancia – i diritti dei naufraghi o le leggi di uno Stato sovrano? – i finanzieri ricordano che “la vita di un militare della Guardia di Finanza non può valere meno degli altri esseri umani. In questi giorni, leggendo molti interventi che esprimono solidarietà al comandante della nave, ho osservato tristemente appartenenti alla classe politica del nostro Paese che si sono recati fino a Lampedusa per applaudire Carola Rackete, appena sbarcata e messa in stato d’arresto dai miei colleghi”. Cuturpi ammette di essere stato deluso dalla mancanza di sostegno mostrato alle Fiamme Gialle. “Invece, sono andati a Lampedusa per esaltare il gesto della capitana con maniere simili al tifo da stadio“, continua. “Comportamenti che non riesco a comprendere, in particolare per chi riveste simili ruoli”.

Il delegato non nega la bontà, sul piano umano, di “salvare la vita a 53 migranti”. Ma bisogna distinguere questo gesto “dalla gravità delle azioni messe in atto in seguito. Iniziando dal mancato ottemperamento delle disposizioni sul porto sicuro che dispone di recarsi a quello più vicino al luogo del salvataggio, in questo caso in Tunisia o a Malta. Per proseguire, incurante di tutto, col mancato rispetto di quanto pronunciato dalla Corte di Strasburgo con il verdetto contrario alle richieste della Sea Watch”.

Infine, ha concluso Cutrupi, Carola Rackete ha eseguito una “manovra spericolata e da criminale che ha messo in serio pericolo di morte i militari operanti, speronando la motovedetta come se le vite della Guardia di Finanza non avessero alcun valore. La Sea Watch non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci“.