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Carabiniere accoltellato, l'americano confessa: "Sono stato io"

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Uno dei due studenti americani fermati dai carabinieri ha confessato l'omicidio. Ripercorriamo la vicenda con le ultime informazioni.

Ha confessato uno dei ragazzi fermati per la morte del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, ucciso con 8 coltellate. Dopo ore trascorse davanti ai carabinieri di via Selci, uno dei due americani fermati dalle forze dell’ordine ha rivelato: “Sono stato io, l’ho ucciso io”. Si tratta dello studente con i capelli mesciati ripreso da alcune telecamere insieme al presunto complice e fermato nel quartiere Prati della Capitale. Resta tuttavia ancora da chiarire quale sia il ruolo del secondo americano nell’omicidio del vicebrigadiere. Ripercorriamo la vicenda seguendo le ultime ricostruzioni.

Un americano confessa

I carabinieri stanno ricostruendo la dinamica dei fatti che hanno portato alla morte di Mario Cerciello Rega. Infatti, nelle ultime ore uno dei due americani fermati ha confessato: si è assunto le responsabilità delle sue azioni. Si tratta di uno studente statunitense di 19 anni. Secondo le ultime informazioni, i due americani erano in cerca di droga a Transtevere, ma sarebbero stati ingannati acquistando un’aspirina al posto di sostanze stupefacenti. Avrebbero allora deciso di rubare il borsellino dello spacciatore per recuperare i loro soldi. All’interno della borsa si trovava però il cellulare del pusher responsabile dell’inganno. A questo punto l’uomo avrebbe prima chiamato i ragazzi telefonando al suo stesso numero per poi contattare il 112 per denunciare il furto e avvisare i militari di essersi accordato con i ladri per la restituzione del borsello. I carabinieri in borghese avrebbero dunque raggiunto via Pietro Cossa, luogo dell’incontro per la restituzione dell’oggetto rubato. I due ragazzi si sarebbero trovati di fronte i due militari con i quali è scoppiata una colluttazione che ha portato all’uccisione del vicebrigadiere, raggiunto da numerosi fendenti. Restano però i dubbi: per quale ragione uno spacciatore dovrebbe telefonare alle forze dell’ordine? Mancherebbero dunque alcuni tasselli per una concreta ricostruzione dei fatti. Nel frattempo il pusher si trova ai domiciliari: nella sua borsa non è stata trovata droga.