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Speronati dopo la lite in discoteca: morto anche il secondo ragazzo

Speronati dopo lite in discoteca, morto il secondo ragazzo

Il 18enne Matteo Ferrari è morto a poco più di 24 ore dall'incidente. Arrestato il 33enne Matteo Scapin.

Si aggrava la posizione di Matteo Scapin, il 33enne alla guida della Mini Cooper che ha travolto Luca Carissimi e Matteo Ferrari all’uscita dal Setai di Orio al Serio, in provincia di Bergamo. Dopo poco più di 24 ore di agonia, è morto anche il secondo dei due ragazzi speronati dopo la lite in discoteca. Il motorino su cui viaggiavano è stato investito volontariamente intorno alle 4 di notte.

Speronati dopo la lite in discoteca

Si era diplomato appena un mese fa, aveva un’estate spensierata e tutta la vita davanti a sé. Così i conoscenti ricordano Matteo Ferrari, uno dei due ragazzi speronati e uccisi a causa di una lite in discoteca. Il decesso è avvenuto alle ore 9.15 di lunedì 5 agosto. I medici hanno rivelato che i familiari hanno dato il consenso alla donazione degli organi.

La Procura di Bergamo ha arrestato Scapin per omicidio volontario e omissione di soccorso. L’uomo si è presentato spontaneamente alla stazione di polizia per costituirsi. Ma, in seguito alla morte di Matteo, l’accusa potrebbe essere tramutata in duplice omicidio. Il 33enne è inoltre risultato positivo all’etilometro.

La prima vittima

Alla guida della Vespa, in quel tragico sabato sera, c’era l’amico di Matteo, Luca Carissimi, 21 anni. I due ragazzi vivevano a poca distanza l’uno dall’altro, entrambi nel quartiere di Borgo Palazzo. Hanno trascorso la serata al Setai ma, poco prima di fare ritorno a casa, è nato un litigio con il 33enne. Quando i giovani si sono messi in strada in sella alla Vespa, l’uomo li ha raggiunti al volante della Mini e li ha violentemente tamponati. L’impatto ha fatto perdere a Luca il controllo della moto e i due amici sono caduti sull’asfalto. I soccorritori hanno trasferito il 21enne all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice rosso, ma per lui non c’è stato niente da fare. Per poco più di un giorno, Matteo è rimasto ricoverato in prognosi riservata.