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Reggio Calabria, scandalo parentopoli: assunti mogli, figli e nipoti

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Il comune di Reggio Calabria e la regione Calabria sono accomunati dall'assunzione a contratto di parenti stretti nei gruppi consiliari.

La giornalista Caterina Tripodi ha segnalato uno scandalo parentopoli all’interno del Comune di Reggio Calabria e della Regione Calabria. A collegare le due istituzioni ci sarebbe l’assunzione a contratto di mogli, figli e nipoti nei gruppi consiliari. Nel suo messaggio sul Quotidiano, Tripodi evidenzia i nomi dei politici coinvolti, che comprendono, tra gli altri, anche il vice sindaco della città Metropolitana, Riccardo Mauro. La moglie Alessandra, infatti, era stata ingaggiata nel gruppo consiliare del Partito Democratico lo scorso 11 febbraio. Ha lavorato al suo interno fino al 30 giugno scorso, percependo uno stipendio di 5.450 euro.

Parentopoli a Reggio Calabria

Nel lungo elenco delle persone coinvolte nello scandalo parentopoli di Reggio Calabria rientra anche Teresa Praticò. La donna sarebbe la moglie del consigliere comunale delegato alla manutenzione di Falcomatà Filippo Burrone ed è stata nel gruppo del consigliere Giovanni Nucera. Giuseppe Eraclini, invece, avrebbe favorito nello stesso gruppo di Teresa anche la figlia Claudia Santina Eraclini. Infine, Rocco Albanese (delegato del Sindaco Falcomatà) ha inserito il figlio Vincenzo nella struttura di Seby Romeo. L’ex capogruppo regionale del Partito Democratico si trova agli arresti domiciali per l’operazione “Libro Nero”. La giornalista prosegue spiegando che alla corte di Nicola Irto, il presidente del consiglio regionale si troverebbero la figlia dell’ex sindaco, Roberta Masso, il segretario del Pd Enrico Tarzia e il sindaco Giuseppe Ranuccio. Nei gruppi regionali sono stati inseriti anche alcuni nipoti: è il caso di Stefania Mileto, nipote del consigliere comunale Nino Mileto.