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Post contro carabiniere ucciso, si autoaccusa il marito della prof

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La professoressa Eliana Frontini deposita un documento firmato dal marito, che si autoaccusa del post contro il carabiniere ucciso a Roma.

Lo aveva già detto ma ora presenta un documento firmato che lo proverebbe. La docente Eliana Frontini aveva subito sostenuto che non era stata lei a scrivere su Facebook il post offensivo contro il carabiniere ucciso Mario Cerciello Rega. Ad autoaccusarsi è infatti ora il marito.

Il post contro il carabiniere

“Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza” si leggeva in un post pubblicato sull’account Facebook della professoressa Eliana Frontini, a commento di un articolo sull’uccisione a Roma del carabiniere Mario Cerciello Rega.

La docente era finita subito nella bufera tanto che l’Ufficio scolastico ha poco dopo aperto un provvedimento disciplinare per “condotta gravemente in contrasto con la funzione educativa e gravemente lesiva dell’immagine della scuola”. Provvedimento analogo anche da parte dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, in quanto l’insegnante è iscritta all’albo dei pubblicisti.

Eliana Frontini è stata quindi sospesa dall’insegnamento ma lunedì 2 settembre 2019, quando è comparsa davanti l’Ufficio scolastico regionale, ha ribadito la sua versione. “Quel post non l’ho scritto io, chi mi conosce sa che non penso quelle cose” aveva infatti dichiarato pochi giorni dopo la pubblicazione del commento contro il carabiniere Mario Cerciello Rega.

Si autoaccusa il marito

“Per motivi che spiegherò solo a chi di dovere, mi sono assunta una responsabilità non mia. Non si è trattato di hackeraggio, semplicemente è stato usato il mio account e il mio computer” precisava. La professoressa presenta infatti ora un documento scritto e firmato dal marito in cui l’uomo si autoaccusa di aver scritto lui quella frase, assicurando di aver usato all’insaputa della moglie il suo account Facebook.

La memoria difensiva è stata quindi messa agli atti. Nel prossimi giorni l’ufficio procedimenti disciplinari dovrà quindi valutare, anche in base a questi nuovi elementi, se chiudere il procedimento oppure emettere comunque una sanzione nei confronti della docente.