Storica decisione di Papa Francesco in materia di pedofilia: la chiesa Cattolica ha abolito il segreto pontificio per i casi di abusi sessuali su minori. A deciderlo è stato proprio il pontefice diffondendo l’istruzione “Sulla riservatezza delle cause” con la quale viene però conservato il segreto della confessione.
Pedofilia: abolito il segreto pontificio
L’articolo 1 dell’istruzione “Sulla riservatezza delle cause” prevede che “non siamo coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti” in materia di abusi su minori. Tra gli atti segnalati ci sono l’atto sessuale costretto per abuso di autorità, gli atti sessuali su minori, la “produzione, esibizione, detenzione o distribuzione di materiale pedopornografico, nonché il reclutamento o l’induzione di un minore o di una persona vulnerabile a partecipare a esibizioni pornografiche“. Resta invece il segreto d’ufficio da rispettare per tutelare l’immagine e la sfera privata delle persone coinvolte.
Resta il segreto della confessione
Il testo specifica che “a chi effettua la segnalazione non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo i fatti in cause” e il provvedimento riguarda “sia le procedure che si svolgono in sede locale, sia quelle che hanno luogo a Roma, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede“. Stando a quanto previsto dall’Istruzione del Papa. i magistrati civili degli altri Paesi potranno avere accesso agli atti dei processi canonici. Innalzato inoltre a 18 anni il limite al di sotto del quale l’abuso è considerato tra i delitto più gravi. Resta fermo, senza deroga alcuna, il segreto della confessione.