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Coronavirus, Ricciardi: "La verità è che siamo ancora nel pieno dell'epidemia"

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Parlare di riapertura secondo Walter Ricciardi è ancora precoce: occorre dire la verità ai cittadini rispetto all'emergenza coronavirus.

“La verità è che siamo ancora nel pieno dell’epidemia” di coronavirus, ha detto Walter Ricciardi, membro del comitato tecnico scientifico e consigliere di Roberto Speranza. La riapertura precoce, ha aggiunto, “sarebbe un disastro”. Il governo sta valutando la proroga del lockdown per i cittadini fino al 3 maggio, ma già dopo Pasqua potrebbero ripartire alcune aziende. “Bisogna dire bene la verità agli italiani. Non è ancora finito niente, dobbiamo avere pazienza. Il rischio è la seconda ondata, che in genere è sempre più violenta della prima”.

Coronavirus, Ricciardi: “Dire la verità”

Intervistato da La Repubblica, Ricciardi ha sottolineato come, nonostante il calo dei contagi da coronavirus, la verità è che siamo ancora nel pieno dell’emergenza. Riaprire adesso sarebbe un errore che potrebbe esporci al rischio di una seconda ondata epidemica. Il consigliere di Roberto Speranza, infatti, ha rivelato: “I numeri ci dicono che siamo ancora nel pieno di un’epidemia nella quale i casi salgono. Semmai c’è una diminuzione dell’aumento ma noi dobbiamo aspettare la discesa decisa della curva. A quel punto potremo essere più tranquilli”.

Da tempo l’esperto ribadisce che l’unica arma contro questo virus, al momento, è quella del distanziamento sociale e del lavaggio delle mani. Nemmeno le mascherine possono essere un dispositivo di protezione sicuro. Perciò, fino almeno al 3 maggio occorre evitare assembramenti pericolosi.

“Tutte le forme di assembramento sono pericolose – ha continuato Ricciardi -, perché in quelle situazioni si abbassa la distanza di sicurezza. È chiaro che nei giorni di festa questi assembramenti possono essere più frequenti e i rischi sono maggiori, ma qualunque momento di vicinanza, anche nei giorni feriali, può far diffondere il virus”. E infine conclude: “In tutto il mese non ci saranno aperture, salvo alcune attività, considerate in un certo senso di emergenza”.