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Coronavirus, Walter Ricciardi sulla fase 2 in Lombardia: "È ancora molto presto"

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Walter Ricciardi frena in merito alla fase 2 per il coronavirus. Il membro esecutivo dell'Oms reputa premature le tempistiche.

Walter Ricciardi, va cauto sulla fase 2 per il coronavirus. Il membro esecutivo dell’Oms frena gli entusiasmi di chi pensa che il 4 maggio potrebbe essere tutto finito. In una lunga intervista concessa a SkyTg24, infatti, Ricciardi ammette senza troppi giri di parole: “È assolutamente troppo presto per iniziare la fase due, i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase uno che deve ancora finire”.

La Lombardia, in particolare, “non se lo può permettere, anche perché in questo momento ha una condizione epidemiologica di particolare gravità”. E ancora: “Tra i paesi europei la Lombardia è la regione che in questo momento ha maggiori problemi. Non l’Italia, ma la Lombardia”, ha detto, “mi sembra non saggio fare delle aperture a prescindere dalle valutazioni oggettive”.

Coronavirus fase 2, il pensiero di Ricciardi

Il consulente del Ministro della Salute per la gestione dell’emergenza da coronavirus spiega qual è l’attuale piano: “Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi”. Da ciò dipende la fase 2 perché: “Soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera, altrimenti quello che succede è che nel momento in cui si allentano le misure di sicurezza la pandemia riesplode con una seconda ondata, che il passato ci dice che molto spesso è peggiore della prima”.

Qual è il parere di Walter Ricciardi in merito alla fase 2 da coronavirus? “È assolutamente importante non affrettare e continuare il piano del ministro Speranza, articolato su cinque punti e che sta preparando la fase due”. Si basa su distanziamento sociale, ma non solo: “È necessario rafforzare il servizio sanitario nazionale sia nella parte territoriale che nella parte ospedaliera – continua ancora Ricciardi – e poi sulla diagnostica estesa ma mirata e sul tracciamento”. Una fase preparatoria che, però, non c’è dubbio che: “Potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”.

Una seconda ondata di positivi da coronavirus in Italia: “Non ce la possiamo permettere perché significherebbe richiudere prontamente tutte le attività, sigillare tutti a casa in maniera forte e soprattutto esercitare quella pressione sul servizio sanitario nazionale che poi si traduce in malati, intubati e morti. È una cosa che non vogliamo che si ripeta”. La proposta durante la fase 2 sarà anche quella di: “Estendere la tamponatura ai sintomatici molto lievi, quelli che hanno un solo sintomo e che esordiscono con un colpo di tosse e soprattutto con la febbre, e isolarli immediatamente nel caso risultino positivi e poi tracciarli tecnologicamente in modo tale da risalire ai contatti in modo rapido”.

Coronavirus e Rsa

Sempre a SkyTg24, Walter Ricciardi è intervenuto in merito al caso Rsa: “Sono un punto dolorosissimo, perché quello che è successo è che erano strutture assistenziali in larga parte gestite con personale scarso, quindi con un personale sotto-dotato rispetto alle necessità e molto spesso un personale non adeguatamente preparato a fronteggiare un rischio biologico così insidioso e contagioso”.

“Tutto questo – spiega infine il consulente del Ministro Speranza – ha generato in Italia una combinazione per cui purtroppo ci sono state tantissime vittime”. E sugli aspetti specifici del trasferimento: “Non mi pronuncio perché non so qual è stata la dinamica, ma se fossero stati trasferiti in maniera incontrollata dei pazienti infetti in residenze di questo tipo, già provate dagli elementi che ho detto, non sarebbe certamente una cosa da dimenticare”.