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Coronavirus, in Piemonte record di contagi rispetto alla popolazione

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L'emergenza coronavirus resta alta in Piemonte: con 356 positivi ogni 100mila abitanti supera anche la Lombardia. Spaventa la fase 2.

Mentre il premier Conte pensa alla ripartenza e annuncia come sarà la fase 2, l’emergenza coronavirus in Piemonte non dà segni di cedimento. Anche Francesca Frediani, esponente del Movimento 5 Stelle, non nasconde le sue perplessità sulla riapertura. “I dati relativi alla situazione sanitaria descrivono una Regione ancora pienamente alle prese con la diffusione del virus. Francamente non vediamo come si possa pensare, in queste condizioni, di ripartire come altre regioni che, invece, si trovano in contesti decisamente migliori”, ha commentato. Il Piemonte, infatti, è la prima regione per contagi in rapporto al numero della sua popolazione. Si stimano 355,9 casi ogni 100mila abitanti, più del doppio della media Italia, che è pari a 175,4. Segue la Lombardia, con 342,7. Al terzo posto troviamo l’Emilia Romagna (276,9), poi Liguria (221,5) e Veneto (192,3). A livello nazionale il Covid-19 sembra stia finalmente seguendo un andamento positivo, ma in Piemonte la paura resta alta.

Coronavirus, emergenza in Piemonte

Sabato 25 aprile il Piemonte ha superato l’Emilia Romagna, diventando la seconda regione italiana per casi di coronavirus: 24.910. In Piemonte, inoltre, ci sono 356 abitanti ogni 100mila alle prese con il Covid-19 (contro i 342 della Lombardia). Dal primo aprile in Italia l’indice di positivi su 100mila abitanti ha registrato un incremento del 31,4%. La percentuale più alta è stata stimata proprio in Piemonte, con un aumento dell’83,1%. Sale del 33,8% in Lombardia, in Veneto del 14,7 e in Emilia Romagna del 7,4. La curva dei contagi in Piemonte fatica a scendere. Infatti, i nuovi casi aumentano in media del 2,5% al giorno. La quota scende al 2% in Lombardia, all’1% in Emilia Romagna.

Torino è la città che preoccupa maggiormente. A lungo si è attestata come la quarta provincia per casi accertati, ma mercoledì 22 aprile ha superato Bergamo e ora sfiora Brescia. Con la provincia lombarda, infatti, vi è una differenza di 300 contagiati, ma presto potrebbe essere superata. Situazione grave anche ad Alessandria, con 755 casi ogni 100mila abitanti, il doppio della media regionale, e 533 vittime su 2.859 in Regione, avendo però solo il 9% della popolazione.

Il Piemonte, inoltre, è terzo per ricoverati in terapia intensiva. Fortunatamente però, i posti occupati diminuiscono, passando da 460 a 217. È la terza regione per decessi registrati e da quindici giorni si avvicina sempre più alla Lombardia.

La ripartenza preoccupa il Piemonte

Il governatore Alberto Cirio sta definendo la riapertura delle attività, affinché ai lavoratori sia garantita massima sicurezza. Inoltre, sta disponendo un piano da 800 milioni per sostenere le imprese in ginocchio. Al suo fianco per organizzare al meglio la fase 2 della sua Regione, c’è un gruppo di 54 tecnici ed esperti. Non mancano però le critiche per la gestione della situazione d’emergenza. All’inizio sono stati eseguiti pochi tamponi e nelle residenze per anziani è avvenuta una vera e propria strage silenziosa. Negli ospedali, inoltre, non sempre erano disponibili le protezioni individuali.

Il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, ha sottolineato l’importanza di assumere massima prudenza là dove si è ancora in piena emergenza sanitaria”.

Negli ultimi anni il fronte della Sanità non è stato adeguatamente valorizzato e rafforzato: niente assunzioni, chiusura di alcuni presìdi, riorganizzazione della rete ospedaliera, indebolimento della Medicina territoriale, eliminazione e accorpamento dei servizi. Così, quando è scoppiata l’epidemia, il sistema ha fortemente faticato a reggere, con solo due laboratori per i test e nessuna comunicazione tra medici di base e rete ospedaliera. A lungo i pronto soccorso sono stati intasati e anche il sistema che doveva raccogliere le segnalazioni dei dottori sui casi da trattare è andato in tilt. Diverse e-mail sono andate perse. Solo da metà aprile, con il rinnovo delle task force voluto da Cirio, la situazione è migliorata. La rete, infatti, è stata riorganizzata, vengono effettuati molti più tamponi e non mancano gli interventi sulla prevenzione. Ora il contagio rallenta, ma i problemi registrati nelle settimane precedenti restano ancora da smaltire.