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Fase 2, al lavoro in 4,4 milioni: sono in maggioranza over 50 e al Nord

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Dal 4 maggio tornano al lavoro 4,4 milioni di italiani: il paradosso è che la maggioranza di loro sono over 50 e abitano nel Nord Italia.

I consulenti del lavoro rilevano un paradosso in vista dell’inizio della fase 2: infatti, sono 4,4 milioni gli italiani che – dal 4 maggio – tornano al lavoro, ma la maggior parte di loro è over 50 e vive nel Nord Italia. Un paradosso perché – come sappiamo – le persone più esposte al contagio sono proprio gli anziani e nonostante questo, i giovani che torneranno al lavoro sono pochi. Inoltre, a riaprire e tornare in attività sono molte aziende del Nord Italia, nonostante la pandemia abbia registrato contagi molto elevati in particolari Regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto. I governatori delle Regioni, comunque, hanno disposto ordinanze differenziate da zona a zona.

Fase 2, il paradosso del lavoro

Sono 4,4 milioni gli italiani che dal 4 maggio riprendono il lavoro, mentre altri 2,7 milioni proseguiranno la chiusura. Unimpresa ha anche stimato che il 30% ristoranti e negozi non riapriranno da giugno. Il paradosso che hanno rilevato i consulenti, però, è che a riprendere le attività sono gli over 50 e le persone del Nord Italia. Il 62,2% delle attività che riprendono dal 4 maggio – secondo le rilevazioni -, inoltre, riguarda 3,3 milioni di uomini (il 74,8% del totale), e 1,1 milioni donne (25,2%).

I consulenti precisano poi che la fase 2 “interesserà principalmente i dipendenti dell’industria, dove l’attività potrà tornare a pieno regime (col 100% dei settori riaperti)”. Su 100 addetti, inoltre, “il 60,7% opera nel settore manifatturiero, il 15,1% nelle costruzioni, il 12,7% nel commercio e l’11,4% in altre attività di servizio”.

Il giudizio che ne deriva, dunque, è che la fase di convivenza con il virus e il calendario delle riaperture delineano “un quadro non coerente rispetto alla diffusione della pandemia”. L’apertura “si concentrerà proprio nelle aree più interessate dal coronavirus“, ribadiscono i consulenti, perché a fronte di 2,8 milioni di occupati nel Settentrione, “saranno 812.000 al Centro e 822.000 nel Mezzogiorno” a ricominciare a svolgere le proprie attività. A livello di Regioni interessate, le maggiori saranno “Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Marche, dove il tasso di rientro oscilla intorno al 69%”.

In altre Regioni, invece, l’apertura riguarderà soltanto un lavoratore su due, con percentuali di rientro molto differenti: “in Valle d’Aosta (49,3%), Lazio (46,7%), Sicilia (43,4%), Calabria (42,5%) e Sardegna (39,2%)”.