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Il confronto tra Crisanti e Rezza: cosa ci aspetta nella Fase 2?

Fase 2, il confronto tra Antonio Crisanti e Giovanni Rezza

Crisanti sulla Fase 2: "Meglio la riapertura differenziata per regioni". Rezza: "Dobbiamo stare molto cauti": il confronto.

Antonio Crisanti e Giovanni Rezza si sono confrontati ieri, 3 maggio 2020, a Mezz’ora in più su RaiTre sulla Fase 2. Dal 4 maggio inizia il momento di convivenza con il coronavirus, che prevede anche la graduale riapertura di aziende e attività. Ma la sua gestione desta qualche perplessità tra gli esperti.

Fase 2: il parere di Antonio Crisanti

Antonio Crisanti, il virologo consulente della Regione Veneto, si dichiara scettico riguardo le misure prese dal Governo. Da parte sua, avrebbe creato dei piani differenziati per Regione, dato che la situazione virus, le strutture ospedaliere e le esigenze variano. Crisanti avrebbe preferito una riapertura differenziata per Regioni, solo dopo aver fatto “emergere l’iceberg dei casi sommersi”, cioè di tutte quelle persone positive che ancora non sanno di esserlo.

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“Una riapertura differenziata per Regioni ci avrebbe dato la possibilità di valutare la nostra capacità di reazione. Non sappiamo se siamo in grado di spegnere nuovi focolai, se non con il solito lockdown, il rischio dipende dal numero di casi e come sono distribuiti. Una riapertura totale come questa dà una senso di insicurezza, gli effetti li vedremo tra 2-3 settimane”, continua il virologo.

Fase 2: il parere di Giovanni Rezza

Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, replica ad Antonio Crisanti, spiegando nel dettaglio la strategia che verrà messa in atto a livello nazionale per limitare i contagi nella Fase 2. In particolare si sofferma sull’aspetto diagnostico: nella seconda fase verranno fatti più tamponi e test sierologici, per avere un quadro della situazione più preciso.

Il direttore dell’ISS aggiunge poi un appello: “Questo è un virus che proseguirà a circolare nella popolazione finché non avremo il vaccino. Per cui dovremmo stare sempre molto cauti. Cerchiamo di evitare contraddizioni tanto per farlo, ma collaboriamo per capire come fare a ridurre la velocità di circolazione di questo virus”.