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L'allarme di Borrelli: "Se virus riparte si torna a fase 1"

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Coronavirus, Angelo Borrelli non usa mezzi termini e afferma che se il virus dovesse ripartire con la stessa virulenza si tornerà alla fase 1.

Angelo Borrelli tiene alta la guardia e ammette che è in corso un attento monitoraggio sull’evoluzione del Coronavirus: “È previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus”. Così, dunque, il capo della Protezione Civile in Commissione Affari Costituzionali a chi gli chiedeva quali potessero essere gli sviluppi della Fase 2. Misure che, ha aggiunto Borrelli, “con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che vengano limitate al massimo e annullate”. “Su tamponi e test non posso dare elementi, attengono al contenimento del virus. La carenza di tamponi è stata evidenziata verso fine marzo, ora non c’è più”.

Coronavirus, l’allarme di Borrelli

Il capo della Protezione Civile si è anche soffermato su quella che è stata la politica dei tamponi finora applicata in Italia: “Ci sono i criteri indicati fin dall’ inizio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la circolare del 3 aprile del ministero della Salute, che ha la responsabilità della prevenzione. I tamponi vanno fatti con priorità a sanitari, pazienti ospedalizzati e a coloro i quali hanno sintomi”. Nel corso dell’audizione in Commissione Affari Costituzionali, il capo della Protezione Civile è intervenuto anche in riferimento al caso mascherine.

Su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento della Protezione Civile ne ha annullati 13 per un totale di 37 milioni di dispositivi. Lo ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in audizione in Commissione Affari Costituzionali sottolineando che fin dall’inizio dell’emergenza sono state riscontrare “notevoli difficoltà” per reperire i dispositivi. Da un lato, ha affermato Borrelli, “è mancata una produzione nazionale”, dall’altro, “la situazione dell’epidemia nel mondo ha bloccato la possibilità per i paesi maggiormente produttori (India, Turchia, Cina in un primo momento, Russia, Romania) di esportare tali prodotti.