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Allarme suicidi: lockdown e crisi economica tra i fattori di rischio

Isolamento e crisi economica influiranno sulla salute psicologica degli uomini

La crisi economica e il lockdown da coronavirus possono aumentare il rischio suicidi. Lo rivela uno studio di ricercatori americani.

Il coronavirus potrebbe essere fatale anche per chi non è stato contagiato. È quanto attesta uno studio dei ricercatori dell’American Academy of Family Physicians, secondo cui il lockdown e la crisi economica sono tra i fattori di rischio che possono accrescere il numero dei suicidi nel mondo.

Crisi economica e rischio suicidi

Lo studio americano rivela cifre forti: solo negli Stati Uniti, nei prossimi dieci anni si stima un numero di suicidi di oltre 75 mila unità. La causa? La “disperazione” del lockdown. Nel Paese, infatti, la pandemia ha generato 33 milioni di disoccupati. La crisi economica è fra i principali fattori di rischio. Durante il crack del 2008, anche in Italia diversi imprenditori si erano tolti la vita: circa mille tra 2008 e 2012, secondo uno studio della Link Campus University. Ora quella situazione potrebbe ritornare: a partire dal lockdown, si sono registrati 25 suicidi, 16 nel solo mese di aprile, più 36 tentati suicidi.

Coronavirus e lockdown incentivano i suicidi

C’è anche l’isolamento sociale tra i fattori di rischio. Lo attestano le numerose chiamate ai numeri di assistenza psicologica del mese di marzo: in Italia si è rivolto a uno psicologo a distanza il 900% delle persone in più rispetto al marzo del 2019. Secondo i ricercatori statunitensi, la mancanza di relazioni contribuisce a sviluppare abusi e dipendenze da droghe e alcol. Le più esposte sono le classi sociali più povere, che dovranno fare i conti con i colpi di frusta della pandemia.

Insomma, un vaccino debellerà il coronavirus in futuro. Ma le sue conseguenze rimarranno visibili per molto tempo in tutto il mondo.