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Coronavirus, centri estivi al lavoro per garantire riapertura da giugno

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In attesa di risposte da parte del Governo, oratori, centri sportivi e cooperative sono al lavoro per garantire la riapertura in piena sicurezza.

Mentre bar, ristoranti, negozi al dettaglio, centri commerciali, parrucchieri ed estetiste si preparano alla riapertura attesa per lunedì 18 maggio, a causa dell’emergenza coronavirus restano dubbi sull’attività di centri estivi, oratori e cooperative. Gli italiani vedono stravolte le proprie abitudini e il proprio stile di vita, ma si cerca di tornare alla normalità: mentre molti genitori hanno ripreso a lavorare, come poter gestire i propri figli durante l’estate? In attesa di conoscere le decisioni del Governo, e nella speranza di poter tornare attivi dal mese di giugno, oratori, centri sportivi e cooperative sono al lavoro per garantire la riapertura in condizioni di massima sicurezza.

Coronavirus, il futuro dei centri estivi

Per il futuro di cooperative e centri estivi si è in attesa del parere del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19. Il Cts giudicherà la proposta contenuta in un documento di lavoro elaborato dal dipartimento della Famiglia. Nel rispetto delle regole di sicurezza, l’obiettivo è offrire un progetto educativo e sociale ai minori e rispondere ai bisogni delle famiglie con figli.

La proposta prevede di definire attività organizzate all’aperto a partire dal 18 maggio e i centri estivi tradizionali dal mese di giugno. In tal caso, sarà necessaria la modifica del Dpcm del 26 aprile. Il Governo dovrà dettare nuove regole affinché siano rispettate tutte le misure di sicurezza. Inoltre, il Comitato potrebbe imporre alcune limitazioni agli organizzatori, per ridurre al minimo il rischio di contagio.

Il “piano per l’infanzia”, fortemente voluto dalla ministra Elena Bonetti, frutto di un tavolo interministeriale, ha visto la partecipazione di Comuni, Province e Regioni. Sempre al Comitato spetta il compito di decidere l’eventuale ripartenza dei servizi educativi 0-6 anni da mese di giugno. Si tratta, nello specifico, di asili nido e scuole materne. Per il momento non ci sono risposte certe: si è in attesa del parere del ministero dell’Istruzione.

Non manca il malcontento da parte degli operatori in prima linea nell’organizzazione di campi, attività, summer school, grest rivolte soprattutto a bambini tra i 3 e i 14 anni. Oltre agli 8mila oratori presenti in Italia, c’è il Centro sportivo italiano (Csi), che nel 2019 ha gestito circa 1.500 centri estivi presso parrocchie, palestre, scuole, impianti e campi sportivi. 56mila bambini hanno aderito. Al loro fianco c’erano circa 4.950 animatori o educatori sportivi.

“Stiamo lavorando con il dipartimento di igiene e protezione dell’università Cattolica per definire le schede tecniche con le quali proporre in sicurezza attività di movimento ai bambini, senza snaturare il linguaggio sportivo”. A dichiararlo è il responsabile della comunicazione, Stefano Gobbi. Quindi ha aggiunto: “Vorremmo farci trovare pronti con una nostra proposta da presentare sull’intero territorio italiano”.