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Bonus professionisti casse private: no ai contributi a fondo perduto

Bonus professionisti

I professionisti iscritti alle casse di previdenza privata avranno altri due assegni, da 600 euro e 1000 euro, per i mesi di aprile e maggio.

Dopo il bonus di 600 euro ricevuto per il mese di marzo, i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata sotto una certa soglia di reddito avranno altri due assegni, da 600 euro e 1000 euro, per i mesi di aprile e maggio.

Bonus professionisti, ma niente fondo perduto

In seguito all’emergenza coronavirus il governo ha dovuto adottare una serie di misure restrittive volte a contrastare la diffusione del virus. La maggior parte delle attività hanno dovuto momentaneamente chiudere e per questo motivo il governo ha deciso di stanziare all’inizio dell’emergenza, con il Cura Italia, 280 milioni per il bonus ai professionisti iscritti alle casse di previdenza privata.

Con il decreto Rilancio, inoltre, sono previsti altri 650 milioni, con il “Fondo per il reddito di ultima istanza” che sarà utilizzato per andare in soccorso almeno parziale di questa categoria di lavoratori autonomi. Prima di far giungere i soldi nelle tasche dei professionisti interessati da questo provvedimento, però, serve un provvedimento del ministero del Lavoro che assegni il finanziamento alle casse di previdenza private. Come affermato dal ministero del Lavoro: “Resta dunque ferma l’erogazione dell’indennità per i mesi di aprile e maggio per i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata che l’hanno già percepita a marzo, come specificato all’art. 78 del decreto Rilancio”.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha inoltre affermato che i professionisti, “in quanto persone”, beneficiano dell’indennità di 600 euro a marzo e aprile e di mille a maggio e dunque “sono esclusi dal contributo a fondo perduto perché non sono imprese”. Parole che non sono piaciute a molti, tanto che Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti, ha affermato: “Non vedo differenze tra un imprenditore che per effetto del Covid-19 ha subito un calo di fatturato e un dentista, un avvocato, un architetto o un commercialista che per lo stesso motivo hanno subito il medesimo danno. Due pesi, due misure”.

A sua volta il presidente di Inarcassa, l’ente previdenziale di architetti e ingegneri, Giuseppe Santoro, ha dichiarato: “Non possiamo essere definiti imprenditori solo quando si tratta di essere tassati. L’esclusione dal contributo a fondo perduto crea solo una profonda discriminazione senza alcun valido motivo”. Mentre il presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti,ha voluto sottolineare come “Siamo stanchi di ritrovarci sempre discriminati e per giunta tassati. È ora che il governo corregga il tiro”.