A causa del coronavirus Zagaria era tornato ai domiciliari. Il boss dei Casalesi non tornerà in carcere. I guidici di Sassari trasferiscono ogni decisione alla Corte Costituzionale.
Zagaria resta ai domiciliari
Non tornerà in carcere il boss dei Casalesi Pasquale Zagaria che da aprile è stato messo agli arresti domiciliari per motivi di salute ed all’indisponibilità delle strutture sanitarie sarde di fornirgli cure per la neoplasia diagnosticatagli a fine ottobre. In quel periodo gli ospedali erano dedicati quasi esclusivamente al coronavirus.
Il Tribunale di Sassari ha sollevato eccezione di illegittimità costituzionale del decreto (29/2020), emanato per fermare la scarcerazione durante la pandemia.
L’istanza, accolta dai giudici, è di Lisa Vairo ed Andrea Imperato, legali di Zagaria. Secondo la difesa il decreto legge sarebbe incostituzionale perché limiterebbe l’indipendenza e l’autonomia dei giudici, riducendo il loro potere solo alla valutazione di revocare i domiciliari. Per questo, la parola passa alla Corte Costituzionale.
Il Decreto “incostituzionale” di Bonafede
Secondo il Tribunale di Sassari, presieduto da Riccardo De Vito, il decreto viola i principi contenuti nei seguenti articoli della Costituzione:
- art. 3: principio uguaglianza
- art 27: principio di umanità della pena
- art. 32: diritto alla salute
A questi, si aggiungono, gli articoli 102 e 104 concernenti l’ordinamento della Giustizia. Quest’ultimi realizzerebbero un’illegittima ingerenza del potere esecutivo-legislativo in quello giurisdizionale.
“Il magistrato – ha spiegato l’avvocato Andrea Imperato, legale di Zagaria – ha colto i profili specifici di criticità della legge, ponendoli in relazione ai diritti fondamentali della nostra Costituzione. Penso in particolare al diritto alla salute, che va garantito a tutti i cittadini“.