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Figlio violento: come si può intervenire se ha già compiuto 18 anni?

Figlio maggiorenne violento, cosa fare

Come comportarsi quando il proprio figlio, già maggiorenne, diventa violento nei confronti dei membri della famiglia?

Un argomento molto importante nel diritto di famiglia e nel contempo molto complesso, sia dal punto di vista psicologico, sia legale, è come agire in caso si abbia un figlio violento che abbia già raggiunto la maggiore età. Purtroppo, si tratta si situazioni meno rare di quanto si pensi, e sempre più famiglie si trovano a dover affrontare questo grave problema. Ci si trova dinanzi a figli che esprimono le proprie frustrazioni o le proprie paure adottando comportamenti violenti nei confronti dei genitori, che spesso non hanno la forza di reagire contro il proprio figlio, colui che hanno cresciuto con amore.

Figlio maggiorenne violento: cosa fare?

L’aspetto singolare del fenomeno è che in genere il soggetto violento lo è principalmente nei confronti dei genitori, e solo in casi più rari anche nei confronti dei fratelli e delle sorelle. Cosa dovrà fare una famiglia che improvvisamente, per una serie di concause, si trova nella condizione in cui uno dei figli è violento e aggredisce i genitori? Innanzitutto, come regola generale, non si deve subire passivamente, ma è importante reagire sin dalla prima manifestazione di violenza. Alla prima manifestazione di aggressività fisica si deve intervenire con determinazione, contrastando la situazione, per il bene di tutti i membri della famiglia.

So bene quanto possa essere doloroso per un genitore, ma se il soggetto continua con questi comportamenti violenti, mettendo a repentaglio l’incolumità degli altri familiari, si deve subito intervenire con la denuncia per allontanamento del soggetto violento a mezzo dell’Autorità di Polizia di Stato o Carabinieri, recandosi prima a farsi refertare eventuali lesioni presso un Pronto Soccorso.

Cosa succede dopo la denuncia

Accertati i fatti, si provvede ad allontanare il soggetto con un decreto dell’autorità giudiziaria, ma, allo stesso tempo, i genitori dovranno provvedere ad aiutare economicamente il figlio se è un soggetto non produttivo di reddito o studente. Sembra una contraddizione, ma i genitori sono tenuti per legge a mantenere un obbligo di mantenimento, ex art 433cc.

Inoltre, i genitori devono convincere il soggetto ad iniziare un percorso di terapia psicologica, che non può essere obbligata se il paziente non è consenziente. Insomma, la vita delle famiglie in questi casi si sconvolge e diventa ancora più complessa e ci sono, nei vari passaggi, alcune lacune legislative che non aiutano né le persone coinvolte né gli operatori del diritto.

Non evitare il problema

Il consiglio da dare alle famiglie è di cercare di non evitare il problema, chiudendo gli occhi per non vedere cosa stia accadendo, ma prendere provvedimenti quando si è ancora in tempo e cioè quando si nota un comportamento violento già nei figli adolescenti. Sarebbe necessario intervenire già quando il figlio è minorenne per le cure del caso, per non ritrovarsi poi in queste situazioni esplosive e traumatiche per tutti i componenti della famiglia, ma per i ragazzi stessi che devono essere allontanati.

Mai rimandare i problemi perché, soprattutto con i figli, si aggravano.