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Un argomento molto importante nel diritto di famiglia e nel contempo molto complesso, sia dal punto di vista psicologico, sia legale, è come agire in caso si abbia un figlio violento che abbia già raggiunto la maggiore età. Purtroppo, si tratta si situazioni meno rare di quanto si pensi, e sempre più famiglie si trovano a dover affrontare questo grave problema. Ci si trova dinanzi a figli che esprimono le proprie frustrazioni o le proprie paure adottando comportamenti violenti nei confronti dei genitori, che spesso non hanno la forza di reagire contro il proprio figlio, colui che hanno cresciuto con amore.
Figlio maggiorenne violento: cosa fare?
L’aspetto singolare del fenomeno è che in genere il soggetto violento lo è principalmente nei confronti dei genitori, e solo in casi più rari anche nei confronti dei fratelli e delle sorelle. Cosa dovrà fare una famiglia che improvvisamente, per una serie di concause, si trova nella condizione in cui uno dei figli è violento e aggredisce i genitori? Innanzitutto, come regola generale, non si deve subire passivamente, ma è importante reagire sin dalla prima manifestazione di violenza. Alla prima manifestazione di aggressività fisica si deve intervenire con determinazione, contrastando la situazione, per il bene di tutti i membri della famiglia.
So bene quanto possa essere doloroso per un genitore, ma se il soggetto continua con questi comportamenti violenti, mettendo a repentaglio l’incolumità degli altri familiari, si deve subito intervenire con la denuncia per allontanamento del soggetto violento a mezzo dell’Autorità di Polizia di Stato o Carabinieri, recandosi prima a farsi refertare eventuali lesioni presso un Pronto Soccorso.
Cosa succede dopo la denuncia
Accertati i fatti, si provvede ad allontanare il soggetto con un decreto dell’autorità giudiziaria, ma, allo stesso tempo, i genitori dovranno provvedere ad aiutare economicamente il figlio se è un soggetto non produttivo di reddito o studente. Sembra una contraddizione, ma i genitori sono tenuti per legge a mantenere un obbligo di mantenimento, ex art 433cc.
Inoltre, i genitori devono convincere il soggetto ad iniziare un percorso di terapia psicologica, che non può essere obbligata se il paziente non è consenziente. Insomma, la vita delle famiglie in questi casi si sconvolge e diventa ancora più complessa e ci sono, nei vari passaggi, alcune lacune legislative che non aiutano né le persone coinvolte né gli operatori del diritto.
Non evitare il problema
Il consiglio da dare alle famiglie è di cercare di non evitare il problema, chiudendo gli occhi per non vedere cosa stia accadendo, ma prendere provvedimenti quando si è ancora in tempo e cioè quando si nota un comportamento violento già nei figli adolescenti. Sarebbe necessario intervenire già quando il figlio è minorenne per le cure del caso, per non ritrovarsi poi in queste situazioni esplosive e traumatiche per tutti i componenti della famiglia, ma per i ragazzi stessi che devono essere allontanati.
Mai rimandare i problemi perché, soprattutto con i figli, si aggravano.