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Pisa, asilo nido rifiuta i figli di chi lavora nei reparti Covid

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Suscita indignazione la decisione di un asilo nido a Pisa, che ha detto di no ai figli degli operatori sanitari. Rossi: "È cultura discriminatoria".

Sono stati acclamati come “eroi” nei tempi più bui dell’emergenza sanitaria, ma a quanto pare non basta per l’ammissione in alcune scuole. È successo a Pisa, dove un asilo nido ha detto di no ai figli del personale sanitario impegnato nei reparti Covid. Lo riporta il quotidiano Il Tirreno, enumerando le lamentele di alcuni genitori. In tanti denunciano un “atteggiamento discriminatorio“.

Pisa, l’asilo nido ha paura del Covid

Il caso dell’asilo di Pisa ha subito innescato l’indignazione delle istituzioni. Sul caso è anche intervenuto anche il presidente della Regione uscente, Enrico Rossi. Così ha scritto in un lungo post su Facebook: “In questa decisione di fare stare a casa i figli degli operatori sanitari per paura del contagio, all’odioso aspetto discriminatorio, c’è pure una abissale ignoranza della realtà. Infatti, la comunità sanitaria è misurata e pesata continuante per positività covid 19 e risulta meno siero positiva della comunità “laica” di riferimento nel territorio“. Da ciò, la decisione che i figli degli operatori sanitari siano accolti con immediatezza negli asili nido. Rossi ha dichiarato di non credere ai risvolti di una “cultura egoistica, ignorante e discriminatoria“.

La replica del Comune

Dopo le segnalazioni di alcuni genitori, il Comune ha replicato che si è trattato di un malinteso. La decisione sarebbe frutto di una lacuna interpretativa del decreto diffuso dal Ministero dell’Istruzione lo scorso 3 agosto: “Non si può far accedere i figli al nido d’infanzia se essi stessi o i loro genitori e accompagnatori sono stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni“. Lo stesso Comune ha, poi, aggiunto che avrebbe preso provvedimenti quando ha scoperto che ai genitori che operano nei reparti Covid era richiesta la firma di un’autodichiarazione.

Intanto, diversi genitori sono agguerriti. Secondo alcuni, non esisterebbe alcuna lacuna interpretativa. “È del tutto inutile celebrare in maniera retorica l’operato dei nostri ‘eroì che combattono in prima linea contro la pandemia se poi, di fatto, li si rende oggetto di vere e proprie discriminazioni come questa” ha commentato il presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli.